In California, incontro ecumenico fra esperti e teologi dell’Asia e dell’America.
Tema: “Le Chiese come agenti di riconciliazione”
“Le Chiese come agenti di riconciliazione”: questo, il tema dell’incontro ecumenico
fra esperti e teologi dell’Asia e dell’America tenutosi recentemente a Berkley, in
California. Sulla base del ruolo spirituale, culturale e sociale delle Chiese nei
diversi Paesi asiatici – riferisce l’agenzia Fides - sono stati analizzati gli strumenti,
le modalità, i luoghi e i tempi in cui i cristiani possono diventare promotori attivi
di pace e di riconciliazione in Paesi attraversati da guerre, conflitti civili, divisioni
etniche, violenze compiute in nome del fondamentalismo religioso. Una delle strade
irrinunciabili per le Chiese è la preghiera: i partecipanti hanno sottolineato che
“attraverso la preghiera si proclama Cristo come Buona Novella di pace e di amore”.
Uno dei relatori, il reverendo Shintaro Ichihara, proveniente dal Giappone, ha sottolineato
come nel Paese del Sol Levante le Chiese cristiane vivano la dicotomia fra la tradizione
culturale giapponese e lo stile di vita della società totalmente occidentalizzato.
Ma, fungendo da ponte fra questi due aspetti e cercando di tenerli in considerazione
entrambi nelle liturgie e nell’azione apostolica, i cristiani agiscono come strumenti
di riconciliazione nella società e nella cultura giapponese. Per Chun Wai Lam, teologo
di Hong Kong, la Chiesa dev’essere un “luogo di inclusività” e può portare la pace
nella società impegnandosi all’interno delle strutture sociali attraverso scuole e
servizi sociali, anche nei contesti in cui è una minoranza. Young-Sil Choi, professore
di Nuovo Testamento all’Istituto di Studi teologici all’Università della Corea, ha
parlato del ruolo dei cristiani nel creare una “cultura di riconciliazione”, riportando
l’esperienza del popolo coreano, diviso da oltre 50 anni in due nazioni differenti,
che spesso hanno spaccato le famiglie coreane. “Riconciliazione - ha detto - non significa
annullare le differenze, ma recuperare una relazione autentica con l’altro”. Tutti
i partecipanti hanno concordato sulla necessità che i cristiani progrediscano nel
cammino ecumenico, offrendo prima di tutto una grande testimonianza di unità fra di
loro, per poter essere annunciatori credibili di pace, solidarietà, amore e riconciliazione
in società e nazioni attraversate da conflitti. (R.M.)