Depositata ieri a New York, a nome di 72 Paesi, la bozza di risoluzione sulla moratoria
della pena di morte. L’impegno della Comunità di Sant’Egidio
Cinque milioni di firme raccolte in 154 Paesi del mondo: le hanno presentate al presidente
dell’Assemblea generale dell’ONU, Kerim, Mario Marazziti, portavoce della Comunità
di Sant’Egidio e sister Helen Prejan, la religiosa americana immortalata nel film
“Dead Man Walking” e leader delle campagne contro le esecuzioni. La spedizione è approdata
al Palazzo di Vetro il giorno dopo la presentazione di una risoluzione per la moratoria
internazionale sulle esecuzioni, frutto di un’iniziativa italiana che ha raccolto
oltre 71 sponsor. Il presidente dell’Assemblea generale, Kerim, l’ha accolta con ottimismo
assicurando che farà il possibile per smussare gli angoli. “Non voglio che l’Assemblea
si divida su questo punto”, ha detto. I cinque milioni di firme sono stati raccolti
nell’arco di nove anni da Sant’Egidio, ma nelle ultime settimane anche la World Coalition
Against the Death Penality ha fatto propria la causa e messo insieme altre migliaia
di sottoscrizioni. Un’iniziativa che rispecchia un cambio di mentalità che si coglie
negli Stati Uniti; infatti, perfino la Corte Suprema si sta interrogando sulla legittimità
dell’iniezione letale. (Da New York, Elena Molinari)