2007-11-03 13:53:37

Ballottaggio presidenziale in Guatemala: la Chiesa esorta il futuro presidente a perseguire il bene comune


Ballottaggio presidenziale in Guatemala: oltre 6 milioni di elettori saranno chiamati domani al ballottaggio per eleggere il nuovo capo di Stato. A sfidarsi sono Alvaro Colom (28,23% dei voti al primo turno) dell’Unione nazionale della speranza (UNE) e l’ex generale Otto Pérez Molina (23,51%) del Partito patriottico (PP). La Chiesa del Guatemala ha invitato gli elettori a recarsi alle urne ed esortato il futuro presidente a perseguire il bene comune. Il servizio di Luis Badilla:RealAudioMP3

La Conferenza episcopale guatemalteca esorta tutti i cittadini “a partecipare, in modo consapevole e responsabile”, alla consultazione; i presuli, in un documento dello scorso 12 ottobre, ricordano anche che “la legittimità dell’elezione presidenziale dipenderà dalla percentuale di elettori che andrà a votare”. Ai candidati si chiede, inoltre, un “superiore sforzo con lo scopo di alzare il livello civico della campagna elettorale”; vengono poi condannati “gli attacchi personali” poiché “non aiutano a costruire un’immagine seria e responsabile dei candidati stessi”. Occorre ricordare – aggiungono quindi i presuli - cha nell’ottica cristiana l’autorità è sempre al servizio del raggiungimento del bene comune. La Chiesa cattolica – si legge nel testo - non fornisce indicazioni di voto ma ogni cittadino, deve decidere, in coscienza, a chi dare la propria preferenza; ed ogni cattolico – affermano - deve chiedere a Dio che lo illumini nella propria decisione”. In un altro documento dello scorso 10 agosto, i vescovi del Guatemala, sottolineano poi che “votare per un candidato sul quale gravano sospetti di legami con il crimine organizzato e con il narcotraffico, sarebbe un’azione moralmente non corretta”: costituirebbe, nell'ipotesi migliore, una grande irresponsabilità e, in quella peggiore, sarebbe complicità”. I presuli accolgono anche, come un gesto molto positivo, l’approvazione, da parte del Parlamento, della Commissione internazionale contro l’impunità; questa Commissione dovrebbe contribuire ad abbassare i tassi di impunità, in Guatemala tra i più alti del mondo. Tra questi crimini, mai chiariti abbastanza, c’è anche quello di mons. Juan Gerardi, ucciso il 26 aprile del 1998. I vescovi prendono atto della chiusura, con numerose condanne, dopo 19 anni, della prima fase del processo, ma chiedono ulteriori indagini per individuare gli autori intellettuali e i mandanti del delitto. “La Chiesa – concludono - è sempre disponibile al perdono, e ovviamente anche in questo caso, ma prima esige di sapere chi deve perdonare”.







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