Allarme ONU: in Libia, “uso sistematico della tortura”
Il Comitato ONU sui diritti umani ha denunciato ieri “l’uso sistematico della tortura
e di trattamenti o punizioni crudeli, inumane o degradanti” in Libia. E’ stato inoltre
rivolto un appello alla Libia affinché abolisca le pene corporali, quali l'amputazione
e la flagellazione, raramente applicate, ma ancora previste dalla legge. Riunito in
sessione a Ginevra per esaminare i rapporti periodici di cinque Paesi tra cui la Libia,
il Comitato ha inoltre espresso preoccupazione per l'assenza di leggi sulla protezione
delle donne dalla violenza, in particolare domestica. ''La tortura – ha detto in conferenza
stampa Abdelfattah Amor, membro del Comitato – sembra proprio essere praticata in
Libia”. Per l'esperto, anche i verbali firmati dalle infermiere bulgare e dal medico
palestinese accusati dalla Libia di aver inoculato il virus dell'AIDS a bambini libici
sembrano attestare che abbiano subito torture per ottenere confessioni. E’ stata infine
sottolineata l'assenza manifesta della volontà della Libia di cooperare con il Comitato,
deducibile dalla circostanza che il Paese ha fornito un rapporto di appena sette pagine
e risposte brevi. (R.M.)