Potrebbe rientrare la tensione tra l’Iraq e la Turchia dopo la disponibilità del governo
di Baghdad ad arrestare i leader del PKK che si trovano nel Kurdistan iracheno. L’annuncio
è stato fatto durante i lavori della Conferenza sull’Iraq a Istanbul alla quale partecipano
i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU, i delegati del G8 e della
Commissione Europea. Il nostro servizio:
Il "pressing"
della comunità internazionale ha dato i suoi frutti. Il governo iracheno ha mostrato
disponibilità nel perseguire il PKK nel nord del Paese, Baghdad infatti arresterà
i leader dei separatisti curdi ed intraprenderà tutte le azioni per neutralizzare
la minaccia. Non si escludono anche interventi militari congiunti “che - ha detto
il portavoce del governo Al Maliki - sono un’opzione sul tavolo”. Stamani, nell’ambito
della conferenza di Istanbul, il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-Moon, aveva
definito ''inaccettabile'' l'uso del territorio iracheno per aggressioni in Turchia
da parte del PKK. Una dichiarazione in linea con l’intenzione dei delegati, presenti
alla Conferenza, che hanno espresso l’intenzione di sottoscrivere un documento nel
quale si condannano le azioni terroristiche dei separatisti nel nord dell’Iraq. Misure
urgenti contro i terroristi erano state chieste anche dal premier turco, Erdogan.
Intanto, nel Kurdistan iracheno qualcosa si muove. Le autorità della regione hanno
ordinato la chiusura degli uffici di un partito politico che simpatizza per il PKK
ed hanno salutato la conferenza in Turchia con “speranza” perché si arrivi ad una
soluzione all'attuale tensione al confine con l’Iraq.