Venezuela. Il Consiglio nazionale dei laici contro la riforma costituzionale: "contraddice
diritti umani ineludibili”
“La riforma costituzionale che ci viene proposta non è una modifica parziale della
nostra Carta fondamentale, bensì un cambiamento radicale di questa. Ciò che ci chiedono
di approvare sono nuove basi per la vita sociale, la maggior parte delle quali contraddicono
i diritti umani fondamentali della convivenza sociale”. E’ quanto si legge in un comunicato
nel quale il Consiglio nazionale dei laici del Venezuela esprime solidarietà ai pastori
della Chiesa, dopo il documento della Conferenza episcopale titolato “Siamo chiamati
a vivere in Libertà”. Secondo il Consiglio nazionale – riporta l’agenzia FIDES - il
procedimento mediante il quale si è avviata la riforma ha carattere incostituzionale
ed ostacola la realizzazione delle finalità di solidarietà democratica che gli sono
proprie. Sebbene si riconoscano alcuni elementi positivi nel progetto, tuttavia, “la
forma globale proposta per la sua approvazione ostacolerebbe la loro considerazione”.
Nel progetto si notano inoltre segni “che contraddicono i valori che ispirano i procedimenti
democratici e pluralistici segnalati dalla dottrina sociale della Chiesa”. Il documento
si sofferma quindi su alcuni punti conflittuali della bozza, ricordando che i cattolici
non possono trascurare il richiamo alla loro coscienza lanciato dalle gravi sofferenze
causate dall’ingiustizia, subite da numerosi esseri umani. L’attuale proposta non
è quindi accettabile perchè contraddice i diritti umani fondamentali, e tutti i cattolici
e le persone di buona volontà sono quindi invitate “a pregare, a riflettere sull’attuale
progetto e a prendere posizione, alla luce dei principi fondamentali per ogni persona
e per la società”. Il comunicato conclude affermando che “è fondamentale creare le
condizioni affinché la popolazione possa partecipare e decidere: non in base a pregiudizi,
bensì a nome dei principi; non per difendere interessi, bensì per difendere valori;
non a favore o contro un governo, bensì per un Paese”. (E. B.)