Tensione tra Iraq e Turchia. Il PKK chiede ad Ankara un piano di pace
Nessuna chiusura dello spazio aereo della Turchia ai voli da e per il nord dell’Iraq.
Lo ha chiarito lo stesso premier turco Erdogan all’indomani della decisione del suo
governo di attuare sanzioni nei confronti del PKK e dei suoi sostenitori. Intanto
i ribelli curdi chiedono alla Turchia un piano di pace mentre nel Paese del Golfo
non cessa la violenza: sono 16 le vittime in diversi attentati avvenuti a Baquba e
Baghdad. Il servizio di Benedetta Capelli:
Vigilia
agitata della conferenza di Instanbul, dove ufficialmente si discuterà della sicurezza
in Iraq ma dove, con ogni probabilità, si affronterà la crescente tensione tra Baghdad
e Ankara sul Kurdistan iracheno, base dei ribelli del PKK. Lo stesso premier turco
Erdogan si è affrettato a smentire la notizia della chiusura dello spazio aereo per
i voli diretti sull’Iraq settentrionale come misura repressiva contro i curdi iracheni
accusati di supportare i separatisti turchi. Sarebbe stato il primo provvedimento
dopo il via libera del governo, giunto ieri, alle sanzioni contro il PKK ma anche
contro chi lo sostiene, “considerato -ha detto Erdogan- allo stesso modo ‘terrorista’”.
Alcuni provvedimenti sono stati già messi in pratica ha precisato il ministro degli
Esteri turco, Ali Babacan, che ha parlato poi di un’eventuale azione militare sostenendo
che non si tratterà di una “invasione”. Intanto oggi è giunto l’invito ad Ankara di
un leader dei ribelli curdi per mettere a punto “un piano di pace” e per liberare
il loro capo Abdullah Ocalan, detenuto dal 1999. “Chiedo alla Turchia – ha detto il
dirigente del PKK - di riconoscere i loro diritti ai curdi, i loro diritti nazionali,
culturali, linguistici, politici ad esprimersi liberamente”. Mentre sembra sempre
più probabile una incursione turca nel nord dell’Iraq, molti Paesi hanno chiesto ad
Ankara di agire con calma. Un portavoce del Pentagono, Geoff Morell, ha reso noto
che gli Stati Uniti stanno fornendo alla Turchia un intelligence operativa per individuare
le posizioni dei guerriglieri curdi nel nord dell’Iraq. Sarebbero infatti in
arrivo nella zona aerei spia americani. Infine non si fermano le operazioni
militari nella parte orientale della Turchia, ieri 15 ribelli sono stati uccisi.