La ricerca della Verità, rispetto al rischio di autoreferenzialità dei media,
al centro del prossimo Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle Comunicazioni
sociali
“I mezzi di comunicazione sociale: al bivio fra protagonismo e servizio. Cercare la
Verità per condividerla” è il tema scelto da Benedetto XVI per la 42.ma Giornata mondiale
delle Comunicazioni sociali 2008, che si celebrerà il 4 maggio 2008. “Il tema scelto
dal Santo Padre per la Giornata - afferma l'arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente
del Pontificio consiglio delle Comunicazioni Sociali - invita a riflettere sul ruolo
dei media in relazione, soprattutto, al rischio, sempre più presente, che essi diventino
referenziali a se stessi e non più - o non solo - strumenti al servizio della verità.
Verità che va cercata e condivisa”. Sul ruolo dei media e la possibilità di farne
strumenti efficaci di evangelizzazione, Emanuela Campanile ha intervistato
proprio mons. Claudio Maria Celli:
Oggi,
dobbiamo utilizzare ciò che la Provvidenza ha posto nelle nostre mani e questi mezzi
devono essere utilizzati. Io, però, ho una grande preoccupazione. Da un lato, credo
che la Chiesa debba essere annunciatrice della Parola e, quindi, questi mezzi devono
essere al servizio della Parola: per chi è già discepolo, per chi è in cammino e per
chi è lontano. E’ questa la mia preoccupazione: essere al servizio della Parola. Noi
abbiamo la Parola. Credo ci voglia una dimensione di ascolto, di rispetto. Si tratta
di avere in mano qualcosa che entri nel cuore delle persone. E’ un "santuario" dove
noi entriamo con rispetto, in punta di piedi. Questo per me, oggi, è fondamentale.
Credo sia un servizio che dobbiamo rendere a chi è già discepolo e che quindi sta
compiendo un suo cammino di crescita. C’è anche un servizio che dobbiamo rendere a
chi è solo nella strada.
D. - C’è anche una difficoltà
di inserire la comunicazione che nasce dalla Chiesa nella comunicazione laica... infiltrarsi
nel tessuto sociale comune...
R. - Esatto, se si
ama veramente e si vuole servire. Io la chiamo una diaconia della cultura. Sto pensando
proprio a queste persone che cercano e che hanno una profonda nostalgia di Dio. Noi
dovremmo avere nel nostro cuore, nella nostra mente, nei nostri piani pastorali, l’attenzione
a queste persone. Non sarà facile, anche perchè oggi educare all’ascolto è una problematica
enorme. Oggi, per molte persone è una fatica enorme mettersi in ascolto, anche perchè
tutta la realtà che ci circonda non è così favorevole o non favorisce un ascolto.
E’ terribile che noi che dovremmo dedicarci alla comunicazione, dobbiamo preoccuparci
che chi è dall’altra parte sia in un atteggiamento di ascolto. Io ritengo che questa
sia una delle sfide che dobbiamo affrontare.
Fin dal tema del messaggio
per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, emerge la sfida lanciata dal
Papa agli operatori della comunicazione, affinché ricerchino la Verità senza protagonismi.
Un tema sul quale Luca Collodi ha raccolto la riflessione del nuovo direttore
dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian:
R. -
E’ una scelta difficile, perché siamo in un’età e in un momento particolare dove il
protagonismo è obiettivo di una ricerca esasperata. E questo lo vediamo anche tra
i giovani. Ma i giovani hanno l’esempio degli adulti e in questo senso il richiamo
di Benedetto XVI è molto opportuno.
D. - Il messaggio
per la 42.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali 2008 sottolinea anche la
centralità della ricerca della verità. Come un giornalista può cogliere questa sfida
lanciata dal Papa?
R. - Direi con gli strumenti proprio
della sua professione e, quindi, il controllo rigoroso delle fonti, delle notizie.
Non accontentarsi di rilanciare qualsiasi testo o avvenimento, ma cercare di verificarlo
sempre di più e nel modo più accurato possibile.
D.
- Perché la stampa laica si interessa in un modo - direi - quasi morboso a quella
che è la vita della Chiesa e non a quelli che sono i valori che la Chiesa trasmette?
R.
- Quando lo fa in questo modo, lo fa in modo strumentale. Anche qui, il richiamo alla
ricerca della verità, che non è prerogativa dei cattolici o dei cristiani o credenti,
ma dovrebbe essere una esigenza sentita da tutti. E proprio per un motivo professionale
il giornalista deve ricercare la verità: questo è il suo primo compito.