2007-10-29 15:09:10

L'ONU avverte: coltivare grano per produrre benzina è un crimine contro l'umanità


L’ecobenzina infiamma i prezzi di generi alimentari, soprattutto nei Paesi poveri: le coltivazioni di grano sono infatti, sempre più spesso, sostituite dal mais o da girasoli, da cui si ricava un ecocarburante, il biodiesel. Si sottrae così terra coltivabile per destinarla ai carburanti e si commette, secondo l’inviato speciale dell’ONU per il diritto al cibo, Jean Ziegler, “un crimine contro l’umanità”. Attualmente nel mondo sono più di 854 milioni le persone che soffrono la fame. La situazione sembra purtroppo destinata a peggiorare: a causa della riduzione di terre disponibili, la quotazione del granturco ha raggiunto infatti, record storici. Man mano che la popolazione mondiale aumenta, diminuisce infatti la quantità di terra coltivabile e questo alimenta una brusca accelerazione dei prezzi del cibo che segue dinamiche diverse nelle varie regioni del mondo: nei Paesi industrializzati, secondo dati del Fondo monetario internazionale, il rincaro di generi alimentari non sembra avere conseguenze importanti sull’inflazione generale. Negli Stati emergenti la cosiddetta inflazione alimentare si aggira invece intorno al 9%. Questo perché in una società povera è maggiore la quota di salario destinata agli alimenti. Un consumatore americano, ad esempio, spende in media per mangiare il 10% del suo budget. Un cinese circa il 30% e un abitante di un Paese dell’Africa subsahariana oltre il 60%. Ma il dato più allarmante è che l’attuale impennata dei prezzi, secondo l’inviato dell’ONU, deriva non tanto da disastri naturali, quali siccità e cattivi raccolti, ma da decisioni politiche. L’inviato delle Nazioni Unite accusa, in particolare, la politica degli Stati Uniti, il maggior esportatore agricolo al mondo: nei mesi scorsi la Casa Bianca ha scelto, infatti, di incentivare l’utilizzo di granturco per biocarburanti. L’obiettivo è di rispondere all’emergenza petrolio, le cui quotazioni continuano a crescere per vari fattori, tra cui la diminuzione delle scorte statunitensi e la debolezza del dollaro. Ma non è solo il prezzo del petrolio a salire; è molto più preoccupante, sottolinea l’inviato delle Nazioni Unite, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari nei Paesi più poveri. (A cura di Amedeo Lomonaco) RealAudioMP3







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