Cristina Kirchner eletta nuovo presidente dell'Argentina
A spoglio ormai completato è ufficiale la vittoria in Argentina dalla candidata del
Fronte per la Vittoria, Cristina Fernandez Kirchner, che il 10 dicembre prossimo succederà
al marito Nestor Kirchner nella Casa Rosada di Buenos Aires. La presidente eletta
ha ottenuto il 44,7% dei voti, davanti a Elisa Carrió, leader di una coalizione di
partiti dell’opposizione che si è attestata al 23% dei consensi. L'affluenza alle
urne, indicano fonti ufficiali, è stata del 74,11%, la più bassa nella storia argentina
dopo il ritorno della democrazia nel 1983. Cristina Kirchner, 54 anni, è la prima
donna ad essere eletta presidente in Argentina. Sulla figura di questa protagonista
della vita politica argentina Stefano Leszczynski ha intervistato il collega
Luis Badilla, esperto dell'area latinoamericana:
R. –
La signora Fernandez Kirchner è un politico argentino che ha una luce propria. Sarebbe
un errore pensare che lei sia stata eletta, perché moglie del presidente uscente,
Nestor Kirchner. Lei ha beneficiato del buon governo di Kirchner, che ha tirato fuori
il Paese dalla bancarotta nell’arco di tre anni. Ricordiamo che nel 2001 – e lui è
stato eletto nel 2003 – l’Argentina era in bancarotta totale. Il Paese oggi cresce
ad un ritmo dell’8, 9 per cento annuo.
D. – Quali
sono i problemi che restano da risolvere nel Paese, soprattutto dal punto di vista
sociale?
R. – Questo è il problema del futuro dell’Argentina,
nel senso che Kirchner ha messo in moto una politica di accumulazione capitalistica
per tirar fuori il Paese dalla crisi. Naturalmente i più poveri e i ceti medi ne hanno
fatto le spese. In questo senso, ha avuto il sostegno della classe governativa, della
classe politica e dei poteri forti, economici, industriali e via dicendo. Adesso la
moglie, il futuro presidente, deve fare proprio il contrario. Il problema argentino
è che insieme alla crescita “mostruosa” c’è una “mostruosa” iniquità sociale. Lei
ha promesso - e ha fatto una campagna molto programmatica piena di contenuti - dopo
la crescita, la ridistribuzione e l’abbassamento delle iniquità sociali. Non sarà
facile per lei, perchè dovrà vivere il fenomeno contrario del marito, che aveva il
sostegno dei più ricchi e delle classi benestanti. Adesso sicuramente la signora Kirchner
non avrà questo sostegno, ma avrà quello del popolo.
D.
– Oggi, di fronte ad un Paese “normalizzato”, qual è la posizione della Chiesa in
Argentina?
R. – Diciamo prima una cosa importante,
che purtroppo la campagna elettorale è stata molto anticlericale. Questa è una cosa
che va superata. La Chiesa ha fatto pubblicare due documenti, in cui insiste soprattutto
sul problema della equità sociale. Parla naturalmente di famiglia, di vita, di trasparenza
della politica: in Argentina c’è il grosso problema della corruzione politica e del
clientelismo. Però io vedo fra le promesse, il programma, gli impegni assunti durante
la campagna da parte di Cristina Fernandez Kirchner e quello che la Chiesa propone
e sottolinea, vedo una sintonia. Se il clima non è anticlericale come è stato per
motivi elettorali, penso che si possa prospettare una collaborazione molto fruttuosa,
come già succede con altri episcopati, in altri luoghi dell’America Latina, governati
da altre donne.
D. – I due grossi protagonisti di
queste elezioni presidenziali sono state due donne. Questa figura di leader dell’opposizione
avrà la capacità di fare un’opposizione mirata o sarà un’opposizione dura, per dimostrare
che è stata fatta la scelta sbagliata?
R. – Mi sembra
che vada sottolineato che la signora Carrió, che rappresenta la seconda
maggioranza, non ha perso con il 2 o il 3 per cento dei voti, e rappresenta una parte
importante dell’elettorato argentino. E’ un’alleanza di partiti. Con ogni probabilità
farà una opposizione molto dura.