2007-10-29 14:52:59

Cristina Kirchner eletta nuovo presidente dell'Argentina


A spoglio ormai completato è ufficiale la vittoria in Argentina dalla candidata del Fronte per la Vittoria, Cristina Fernandez Kirchner, che il 10 dicembre prossimo succederà al marito Nestor Kirchner nella Casa Rosada di Buenos Aires. La presidente eletta ha ottenuto il 44,7% dei voti, davanti a Elisa Carrió, leader di una coalizione di partiti dell’opposizione che si è attestata al 23% dei consensi. L'affluenza alle urne, indicano fonti ufficiali, è stata del 74,11%, la più bassa nella storia argentina dopo il ritorno della democrazia nel 1983. Cristina Kirchner, 54 anni, è la prima donna ad essere eletta presidente in Argentina. Sulla figura di questa protagonista della vita politica argentina Stefano Leszczynski ha intervistato il collega Luis Badilla, esperto dell'area latinoamericana:RealAudioMP3


R. – La signora Fernandez Kirchner è un politico argentino che ha una luce propria. Sarebbe un errore pensare che lei sia stata eletta, perché moglie del presidente uscente, Nestor Kirchner. Lei ha beneficiato del buon governo di Kirchner, che ha tirato fuori il Paese dalla bancarotta nell’arco di tre anni. Ricordiamo che nel 2001 – e lui è stato eletto nel 2003 – l’Argentina era in bancarotta totale. Il Paese oggi cresce ad un ritmo dell’8, 9 per cento annuo.

 
D. – Quali sono i problemi che restano da risolvere nel Paese, soprattutto dal punto di vista sociale?

 
R. – Questo è il problema del futuro dell’Argentina, nel senso che Kirchner ha messo in moto una politica di accumulazione capitalistica per tirar fuori il Paese dalla crisi. Naturalmente i più poveri e i ceti medi ne hanno fatto le spese. In questo senso, ha avuto il sostegno della classe governativa, della classe politica e dei poteri forti, economici, industriali e via dicendo. Adesso la moglie, il futuro presidente, deve fare proprio il contrario. Il problema argentino è che insieme alla crescita “mostruosa” c’è una “mostruosa” iniquità sociale. Lei ha promesso - e ha fatto una campagna molto programmatica piena di contenuti - dopo la crescita, la ridistribuzione e l’abbassamento delle iniquità sociali. Non sarà facile per lei, perchè dovrà vivere il fenomeno contrario del marito, che aveva il sostegno dei più ricchi e delle classi benestanti. Adesso sicuramente la signora Kirchner non avrà questo sostegno, ma avrà quello del popolo.

 
D. – Oggi, di fronte ad un Paese “normalizzato”, qual è la posizione della Chiesa in Argentina?

 
R. – Diciamo prima una cosa importante, che purtroppo la campagna elettorale è stata molto anticlericale. Questa è una cosa che va superata. La Chiesa ha fatto pubblicare due documenti, in cui insiste soprattutto sul problema della equità sociale. Parla naturalmente di famiglia, di vita, di trasparenza della politica: in Argentina c’è il grosso problema della corruzione politica e del clientelismo. Però io vedo fra le promesse, il programma, gli impegni assunti durante la campagna da parte di Cristina Fernandez Kirchner e quello che la Chiesa propone e sottolinea, vedo una sintonia. Se il clima non è anticlericale come è stato per motivi elettorali, penso che si possa prospettare una collaborazione molto fruttuosa, come già succede con altri episcopati, in altri luoghi dell’America Latina, governati da altre donne.

 
D. – I due grossi protagonisti di queste elezioni presidenziali sono state due donne. Questa figura di leader dell’opposizione avrà la capacità di fare un’opposizione mirata o sarà un’opposizione dura, per dimostrare che è stata fatta la scelta sbagliata?

 
R. – Mi sembra che vada sottolineato che la signora Carrió, che rappresenta la seconda maggioranza, non ha perso con il 2 o il 3 per cento dei voti, e rappresenta una parte importante dell’elettorato argentino. E’ un’alleanza di partiti. Con ogni probabilità farà una opposizione molto dura.







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