2007-10-28 10:12:23

Il nuovo direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian: sarà un foglio di idee, aperto al dialogo con chi non crede. Spero che sia sempre più letto e discusso


Ieri è uscito in edicola il primo numero dell’Osservatore Romano firmato dal nuovo direttore, lo storico del cristianesimo Giovanni Maria Vian: in prima pagina la Lettera di saluto del Papa a Vian. Il nuovo direttore, che tra l’altro ha collaborato per tanti anni con la Radio Vaticana, ieri pomeriggio, subito dopo l’uscita del giornale, è venuto nella sede della nostra emittente. Sergio Centofanti lo ha intervistato:RealAudioMP3


D. Prof. Vian, quale il messaggio centrale della Lettera del Papa? Cosa l'ha più colpita?

 
R. – E' il titolo che abbiamo dato a questa Lettera: esprimere la Chiesa universale nella collaborazione tra credenti e non credenti, attingendo alla storia del giornale e alla sua tradizione.

 
D. – Quale impronta vuole dare all’Osservatore Romano?

 
R. – Io ho intitolato il mio editoriale di presentazione, che è quello tradizionale di ogni nuovo direttore, “Tradizione e futuro”, attingendo appunto alla storia dell’Osservatore, che è una storia lunga e autorevole con momenti alti. Noi cercheremo di sviluppare le potenzialità del giornale, dandogli maggior respiro internazionale, anche per quanto riguarda l’informazione culturale e religiosa.

 
D. – Quali saranno le principali novità?

 
R. – Abbiamo cercato di semplificare il giornale dal punto di vista grafico, anche qui guardando al passato, rivisitato naturalmente con il gusto contemporaneo. E’ un giornale più semplice, con pagine che si parlano l’una con l’altra.

D. – A volte risulta difficile trovare l’Osservatore nelle edicole. Come risolvere i problemi di distribuzione?

 
R. – Questo è un problema annoso. Già ne parlava Montini nel ’61, il futuro Paolo VI, quando scrisse il celebre articolo per il centenario del quotidiano. E’ un problema che vedremo di risolvere con il tempo, soprattutto guardando alla presenza in rete che, per il momento, è di fatto solo simbolica.

 
D. – Il cardinale Montini parlava di giornale di idee...

 
R. – Sì, si chiedeva come fare dell’Osservatore Romano - che definiva tra l’altro “caro” - un grande giornale, sviluppando la sua natura più caratteristica, cioè quella di essere un giornale di idee, un giornale quindi che voglia non soltanto riferire degli avvenimenti, ma per esempio chiedersi come questi avvenimenti avrebbero dovuto avvenire. Quindi, un giudizio, una lettura critica della realtà.

 
D. – Alla luce del Pontificato di Benedetto XVI, quali sfide vede all’orizzonte per l’Osservatore?

 
R. – La sfida più importante è quella che è stata annunciata dal segretario di Stato, il cardinale Bertone, che rappresenta ai massimi livelli il nostro editore, cioè questa presenza in rete. La presenza in rete significa anche una presenza in diverse lingue. In questo modo cercheremo di essere più presenti nel dibattito internazionale, in questo confronto di idee a cui Benedetto XVI tiene enormemente, per testimoniare Cristo nel mondo di oggi, per testimoniare la sua verità, ma con una grande fiducia nella ragione, il che significa con una grande disponibilità al confronto anche con chi non condivide la fede in Cristo.

 
D. – I suoi auspici come direttore dell’Osservatore Romano...

 R. – Che sia un giornale che venga sempre più letto e anche discusso.







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