Attraverso periodi di vuoto e di isolamento Dio vuole renderci attenti e capaci di
‘sentire’ la sua presenza silenziosa: così ieri il Papa al termine del concerto nell’Aula
Paolo VI ricordando l’esperienza di Beethoven
“La vera gioia è radicata in quella libertà che solo Dio può donare”: è quanto ha
affermato ieri pomeriggio Benedetto XVI al termine del concerto eseguito in suo onore,
nell’Aula Paolo VI, dall’Orchestra Sinfonica e dal Coro della Radio della Baviera.
Ricordando l’esperienza di Beethoven che pur sordo riuscì a comporre la Nona Sinfonia,
il Papa ha sottolineato che Dio, “a volte … attraverso periodi di vuoto e di isolamento
interni, vuole renderci attenti e capaci di ‘sentire’ la sua presenza silenziosa”.
Il servizio di Tiziana Campisi:
E’ un
“travolgente sentimento di gioia” quello che Beethoven ha “trasformato … in musica”
nella Nona Sinfonia, “non … qualcosa di leggero e di superficiale”, ma “un sentimento
conquistato con fatica”. Benedetto XVI ha definito così le note del compositore tedesco
vissuto fra il XVIII e XIX secolo, che “dopo anni di auto-isolamento e di vita ritirata,
ha combattuto duramente le difficoltà “che gli procuravano depressione e profonda
amarezza” e che “minacciavano di soffocare la sua creatività artistica”. Ma è stato
proprio l’handicap dell’udito, ha spiegato il Papa, a donare al musicista una sensibilità
nuova:
“La solitudine silenziosa, però, aveva
insegnato a Beethoven un modo nuovo di ascolto che si spingeva ben oltre la semplice
capacità di sperimentare nell’immaginazione il suono delle note che si leggono o si
scrivono”.
E’ la “percettività che riceve in
dono chi da Dio ottiene la grazia di una liberazione esterna ed interna”, ha detto
ancora il Santo Padre ricordando poi l’interpretazione che della stessa sinfonia il
Coro e l’Orchestra della Radio Bavarese hanno eseguito in occasione della caduta del
muro di Berlino, nel 1989, quando il testo della “Ode alla gioia” è stato cambiato
in “Libertà, bella scintilla di Dio”. Cosa che ha espresso “più del semplice sentimento
del momento storico”, ha proseguito in tedesco Benedetto XVI:
“Die
wahre Freude wurzelt in der Freiheit… La vera gioia è radicata in
quella libertà che solo Dio può donare. Egli – a volte proprio attraverso periodi
di vuoto e di isolamento interni vuole renderci attenti e capaci di ‘sentire’ la sua
presenza silenziosa non solo ‘sopra la volta stellata’, ma anche nell’intimo del nostro
animo. È lì che arde la scintilla dell’amore divino che può liberarci a ciò che siamo
veramente”. A precedere l’esecuzione dell’Orchestra Sinfonica
e del Coro della Radio della Baviera il saluto al Papa del cardinale Friedrich Wetter.
Il porporato ha spiegato che il concerto è stato voluto per ringraziare Benedetto
XVI per la visita in Baviera nel settembre dello scorso anno e per rinnovare a lui
gli auguri per gli 80 anni festeggiati il 16 aprile scorso. “La musica accende in
noi la scintilla del desiderio di luce, di Cristo” ed eleva “i cuori verso il Creatore”,
ha detto il cardinale Wetter, essa “viene dal cuore e va al cuore”.