A Roma la festa Gen per i 40 anni dei giovani del Movimento dei Focolari
40 anni fa nascevano i Gen, la seconda generazione del Movimento dei Focolari di Chiara
Lubich e una lunga festa ieri sera a Roma lo ha voluto ricordare. Giovani tra i 17
e i 30 si sono ritrovati per mettere in luce l’attualità di una scelta che oggi come
ieri continua ad affascinare e ad incidere nella vita personale e sociale. C’era per
noi Gabriella Ceraso.
(musica)
R.
– Per noi essere Gen significa vivere la vita come un passo a due, fare tutta la mia
parte, ma lì dove io non arrivo, sono sicura che Lui c’è.
R.
– Per me, innanzitutto, essere Gen è uno stile di vita. E’ essere veramente realizzati
e liberi.
C’è vitalità ed entusiasmo travolgente
tra i circa 500 Gen riuniti al Seraphicum da tutto il Lazio. Anche nei loro canti,
nei giochi e nelle danze, che accendono la sala, c’è la vita, come nelle testimonianze
raccontate. E’ la vita cambiata dall’incontro con Dio Amore, messo al primo posto.
Vita, in cui il comandamento dell’amore scambievole ha preso il sopravvento. E loro
dicono “Amare subito, con gioia, tutti, i vicini e i lontani, come se stessi”. E’
la regola d’oro con cui questi ragazzi danno un senso nuovo allo studio, al lavoro,
alla famiglia, alla vita di coppia, alla società.
R.
– E’ amare, amare nel modo più semplice e immediato possibile, nel sorriso ad una
persona che incontri sull’autobus, che magari ha cominciato la giornata in maniera
brutta o semplicemente al collega o al compagno di banco a scuola o all’università.
Nel piccolo si possono costruire dei frammenti di fraternità. E’ fatta di frammenti,
ma in realtà è un disegno grandissimo.
Come posso
realizzarmi? Dove trovare la felicità? Nella prima parte della festa si ripercorre
tra voci e musica il cammino interiore, attraverso cui ciascuno ha trovato le risposte
e tutto riporta a Gesù e al Vangelo vero, attuale, per questi ragazzi.
R.
– Quotidianamente colgo delle sfide, faccio delle scelte, che probabilmente sotto
il profilo razionale potrebbero a volte sembrare assurde, ma in realtà, ogni volta,
se fatte con Lui, nell’abbandono totale emergono, si manifestano vincenti.
(musica)
Poi
dalla personale realizzazione l’orizzonte si allarga e nella seconda parte si guarda
alla fraternità universale, all’attuazione del mondo unito. Come ci si arriva? Come
lo si costruisce? E allora si parla del progetto Africa, ma anche di tante attività
a Roma e si scopre il volto e l’impegno sociale dei Gen e dei giovani per un mondo
unito. Tutto parte però da un’unica premessa:
R.
– Il mezzo attraverso cui vorremmo realizzare questo ideale è l’amore, che ci permette
di vedere nell’altro un Gesù, un Gesù concreto. Quindi, a Lui non faremmo cose negative,
per Lui perderemmo anche parte di noi. Attraverso questo, che è un esercizio, una
palestra quotidiana, è possibile realizzare un mondo unito.