2007-10-28 11:15:54

A Roma la festa Gen per i 40 anni dei giovani del Movimento dei Focolari


40 anni fa nascevano i Gen, la seconda generazione del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich e una lunga festa ieri sera a Roma lo ha voluto ricordare. Giovani tra i 17 e i 30 si sono ritrovati per mettere in luce l’attualità di una scelta che oggi come ieri continua ad affascinare e ad incidere nella vita personale e sociale. C’era per noi Gabriella Ceraso.RealAudioMP3


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R. – Per noi essere Gen significa vivere la vita come un passo a due, fare tutta la mia parte, ma lì dove io non arrivo, sono sicura che Lui c’è.

 
R. – Per me, innanzitutto, essere Gen è uno stile di vita. E’ essere veramente realizzati e liberi.

 
C’è vitalità ed entusiasmo travolgente tra i circa 500 Gen riuniti al Seraphicum da tutto il Lazio. Anche nei loro canti, nei giochi e nelle danze, che accendono la sala, c’è la vita, come nelle testimonianze raccontate. E’ la vita cambiata dall’incontro con Dio Amore, messo al primo posto. Vita, in cui il comandamento dell’amore scambievole ha preso il sopravvento. E loro dicono “Amare subito, con gioia, tutti, i vicini e i lontani, come se stessi”. E’ la regola d’oro con cui questi ragazzi danno un senso nuovo allo studio, al lavoro, alla famiglia, alla vita di coppia, alla società.

 
R. – E’ amare, amare nel modo più semplice e immediato possibile, nel sorriso ad una persona che incontri sull’autobus, che magari ha cominciato la giornata in maniera brutta o semplicemente al collega o al compagno di banco a scuola o all’università. Nel piccolo si possono costruire dei frammenti di fraternità. E’ fatta di frammenti, ma in realtà è un disegno grandissimo.

 
Come posso realizzarmi? Dove trovare la felicità? Nella prima parte della festa si ripercorre tra voci e musica il cammino interiore, attraverso cui ciascuno ha trovato le risposte e tutto riporta a Gesù e al Vangelo vero, attuale, per questi ragazzi.

 
R. – Quotidianamente colgo delle sfide, faccio delle scelte, che probabilmente sotto il profilo razionale potrebbero a volte sembrare assurde, ma in realtà, ogni volta, se fatte con Lui, nell’abbandono totale emergono, si manifestano vincenti.

 
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Poi dalla personale realizzazione l’orizzonte si allarga e nella seconda parte si guarda alla fraternità universale, all’attuazione del mondo unito. Come ci si arriva? Come lo si costruisce? E allora si parla del progetto Africa, ma anche di tante attività a Roma e si scopre il volto e l’impegno sociale dei Gen e dei giovani per un mondo unito. Tutto parte però da un’unica premessa:

 
R. – Il mezzo attraverso cui vorremmo realizzare questo ideale è l’amore, che ci permette di vedere nell’altro un Gesù, un Gesù concreto. Quindi, a Lui non faremmo cose negative, per Lui perderemmo anche parte di noi. Attraverso questo, che è un esercizio, una palestra quotidiana, è possibile realizzare un mondo unito.

 
(musica)







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