Lettera del Papa al prof. Vian, da oggi alla guida dell'Osservatore Romano: il giornale
vaticano promuova il dialogo tra credenti e non credenti. Ai nostri microfoni Giovanni
Maria Vian
L’Osservatore Romano mostri “la fecondità dell’incontro tra fede e ragione” promuovendo
“una cordiale collaborazione tra credenti e non credenti”. E’ quanto auspica Benedetto
XVI nella Lettera inviata al nuovo direttore del quotidiano della Santa Sede, il
prof. Giovanni Maria Vian, che proprio oggi, insieme al vicedirettore Carlo Di Cicco,
assume la guida del giornale. Il prof. Vian, 55 anni, romano, storico del cristianesimo,
succede al prof. Mario Agnes, per 23 anni direttore dell’Osservatore. Il servizio
di Sergio Centofanti.
“Con grande
stima e sincero affetto” il Papa rivolge il suo saluto al prof. Vian proprio nel
giorno in cui assume - afferma - “un incarico di grande responsabilità a motivo della
natura peculiare del giornale vaticano”. “La Sua profonda formazione culturale come
storico del cristianesimo – scrive il Papa - in specie la Sua conoscenza della storia
del papato contemporaneo, la Sua esperienza giornalistica, come editorialista di diversi
quotidiani e periodici, la decennale collaborazione con 'L'Osservatore Romano', ed
anche l'appartenenza ad un'illustre famiglia di grande tradizione cristiana nel fedele
servizio alla Santa Sede, costituiscono una sicura garanzia per la delicata funzione
a Lei affidata”.
Il prof. Vian “si inserisce così nella lunga e grande storia
del ‘giornale del Papa’, iniziata nel lontano 1861. “Nato per sostenere la libertà
della Santa Sede in un momento critico e provvidenziale della sua storia – ricorda
Benedetto XVI - L'Osservatore Romano ha sempre diffuso gli insegnamenti dei Romani
Pontefici e gli interventi dei suoi più stretti collaboratori sui problemi cruciali
che l'umanità incontra nel suo cammino. E' nota – rileva ancora il Pontefice - la
scelta di imparzialità che caratterizzô l'informazione del giornale vaticano durante
la prima guerra mondiale. Nella temperie degli avvenimenti che si succedettero allora,
e poi durante la seconda tragedia bellica del Novecento, 'L'Osservatore Romano' -
dalla fine del 1929 trasferito all'interno dello Stato vaticano - accrebbe ulteriormente
il suo prestigio e la sua diffusione, grazie anche alla possibilità che il giornale
aveva di attingere a fonti d'informazione che in quel periodo solo l'indipendenza
vaticana poteva garantire”.
Il Papa sottolinea che la “dimensione mondiale”
del quotidiano edito in diverse lingue, “che diverrà ancora più concreta ed efficace
attraverso le possibilità oggi offerte dalla presenza ‘in rete’, risulta quanto mai
importante per esprimere davvero la realtà della Chiesa universale, la comunione di
tutte le Chiese locali e il loro radicamento nelle diverse situazioni, in un contesto
di sincera amicizia verso le donne e gli uomini del nostro tempo”.
“Cercando
e creando occasioni di confronto – afferma ancora il Papa - ‘L'Osservatore Romano’
potrà servire sempre meglio la Santa Sede, mostrando la fecondità dell'incontro tra
fede e ragione, grazie al quale si rende possibile anche una cordiale collaborazione
tra credenti e non credenti. Suo compito fondamentale – conclude Benedetto XVI nella
sua lettera al prof. Vian - resta ovviamente quello di favorire nelle culture del
nostro tempo quell'apertura fiduciosa e, nello stesso tempo, profondamente ragionevole
al Trascendente su cui in ultima istanza si fonda il rispetto della dignità e dell'autentica
libertà di ogni essere umano”.
Il primo editoriale del prof. Vian: il
giornale del Papa si rivolge a tutti con amicizia, per confrontarsi con rispetto e
chiarezza su temi come la dignità dell'uomo e la giustizia
L’editoriale
del prof. Vian intitolato “Tradizione e futuro” apre l’Osservatore Romano di oggi.
Il nuovo direttore cita quanto scriveva nel 1961 il futuro Paolo VI, nel numero per
il centenario del quotidiano vaticano, definito “un grande giornale”, anche se “difficile,
anzi difficilissimo”. “Le potenzialità” dell’Osservatore descritte da Montini nel
suo articolo – rileva il prof. Vian – “meritano un nuovo sviluppo. Guardando con fiducia
al futuro, perché questa apertura è il senso più profondo della tradizione, che significa
appunto trasmissione in una continuità vitale”.
Montini – ricorda Vian
– enumerava in quel celebre articolo “con lieve ironia” alcune difficoltà legate alla
natura speciale del quotidiano: ‘Giornale serio, giornale grave, chi mai lo leggerebbe
sul tram o al bar; chi mai vi farebbe crocchio d’intorno?’; mentre la sua cronaca
vaticana ‘ci procura, sì, il piacere d’uno spettacolo aulico incomparabile, ma non
senza qualche dubbio d’averlo già provato eguale tant’altre volte’”.
“Come
rendere allora L’Osservatore Romano’ - si chiedeva il futuro Papa - un grande giornale?”
E dava una risposta chiara: sviluppando la sua natura di 'giornale di idee'. Sì, perché
il foglio vaticano – scriveva – “non è, come moltissimi altri, un semplice organo
d’informazione; vuol essere e credo principalmente di formazione. Non vuole soltanto
dare notizie; vuole creare pensieri. Non gli basta riferire i fatti come avvengono:
vuole commentarli per indicare come avrebbero dovuto avvenire, o non avvenire. Non
tiene soltanto colloquio con i suoi lettori; lo tiene col mondo: commenta, discute,
polemizza”. “Con una vocazione universale – afferma Vian - analoga a quella della
sede romana che il giornale intende servire”.
“L’Osservatore Romano” –
sottolinea il nuovo direttore - è prima di tutto il “giornale del Papa”, e diffonderà
in due modi l’insegnamento e la predicazione del Vescovo di Roma: conservando cioè
la sua peculiare natura documentaria, e sviluppando quella dell’informazione giornalistica.
Ma anche facendosi maggiormente espressione degli organismi e delle rappresentanze
della Santa Sede, a Roma e nel mondo. Al servizio di Benedetto XVI, Pontefice teologo
e pastore, il 'servo dei servi di Dio' che senza stancarsi, con mitezza fiduciosa
e ferma, alle donne e agli uomini del nostro tempo testimonia e ripete con l’Apostolo
Giovanni che Dio è amore”.
“Da Roma – scrive Vian - il foglio vaticano
continuerà a osservare con sguardo attento e amico la realtà internazionale, mantenendo
in quest’ottica l’attenzione per quell’Italia di cui il Papa è primate e per la sua
diocesi, dove tanti vescovi e sacerdoti di ogni continente hanno studiato e con la
quale mantengono legami fecondi. E respiro internazionale avrà l’attenzione per i
fenomeni culturali, riservando spazio al confronto delle idee, con un’apertura cordiale
nei confronti della ragione, alla quale Benedetto XVI si richiama per favorire il
colloquio e il dibattito, com’è avvenuto con la lezione di Ratisbona, i cui frutti
cominciano a maturare. E al mondo guarderà il giornale del Papa informando sulla comunione
cattolica nei diversi continenti, su Chiese e confessioni cristiane, ebraismo, islam
e altre religioni, nell’attuazione del Concilio Vaticano II interpretato alla luce
dello storico discorso che il Romano Pontefice ha tenuto per il quarantennale della
sua conclusione”.
“Seguendo l’esempio di Benedetto XVI e diffondendone
gli insegnamenti – aggiunge Vian - il suo giornale vuole rivolgersi con amicizia a
tutti, credenti e non credenti, e con tutti confrontarsi con rispetto e chiarezza
su temi come la dignità dell’essere umano e la promozione della giustizia. Per rendere
sempre più evidente la testimonianza e la verità di Cristo nel mondo moderno. Nella
vitalità di una tradizione per sua natura aperta al futuro – conclude l’editoriale
del nuovo direttore dell’Osservatore Romano - e nella certezza che la parola dell’unico
Signore, Gesù, seminata nell’intimo delle anime, prevarrà sulle forze del male e resterà
per sempre”.
L'intervista al prof. Giovanni Maria Vian
“Spero
che sia un giornale sempre più letto e discusso” è uno degli auspici del prof.
Vian che al microfono di Sergio Centofanti ha tratteggiato le prossime
sfide dell'Osservatore: