I saluti di Mario Agnes ai lettori dell'Osservatore Romano
Mario Agnes, lasciando ieri la guida dell’Osservatore Romano, nell'ultimo numero da
lui firmato saluta i lettori e ringrazia per il tratto di strada compiuto insieme.
“Ventitrè anni al servizio della Chiesa sono appena un batter di ciglia – scrive –
Ventitrè anni nella storia di un giornale che si avvia a celebrare il 150° della sua
fondazione sono pochi. Ma nella storia di una persona, anche in quella di un direttore,
ventitrè anni sono molti. Sono un lungo tratto di strada, che ho vissuto con gioia”.
Dalle colonne del giornale del Papa, Agnes esprime riconoscenza innanzitutto “Al Servo
di Dio, Giovanni Paolo II, il Bambino di Dio” e al successore “Benedetto XVI, il grande
Padre Spirituale”; e poi “Fierezza, per la storia di questo giornale segnata da un
binomio inscindibile: fedeltà e servizio”. Fedeltà a Pietro e al Magistero della Chiesa;
e servizio alla verità sull’uomo. “L’Osservatore Romano è il giornale dell’uomo e
per l’uomo. E in questa prospettiva legge ogni avvenimento grande o piccolo che sia:
dagli abissi delle guerre alla tragica quotidianità della negazione della vita e della
dignità umana”. A questo proposito, Agnes ricorda due pagine in modo particolare,
“Mai più la guerra” e “Prendete il largo”, espressioni di Giovanni Paolo II definite
“Un grido sofferto, la prima, lanciato per scongiurare l’umanità a non ricadere negli
orrori del ventesimo secolo. Un messaggio di speranza, la seconda, che continua ad
accompagnare e ad incoraggiare la Chiesa nel suo pellegrinaggio lungo il terzo millennio”.
Un grazie sentito, infine, Agnes lo rivolge ai colleghi della redazione augurando
buon lavoro a loro e al nuovo direttore. (A cura di Francesca Fialdini)