Conclusa la Festa Internazionale del Cinema di Roma
Si è chiusa oggi la seconda edizione della Festa Internazionale del Cinema di Roma
con l’assegnazione dei Premi Marco Aurelio avvenuta nella Sala Santa Cecilia del Parco
della Musica. Molte pellicole, moltissimi gli spettatori, soprattutto giovani, che
hanno riscoperto la gioia di condividere insieme la passione per il cinema. Non sono
mancate anche alcune polemiche mentre già si pensa all’edizione 2008, si spera con
una maggiore organicità della struttura e attenzione alla qualità delle pellicole
offerte. Servizio di Luca Pellegrini.
Non sono mancate le critiche
come non sono mancati gli applausi. Non sono mancate le star che assicurano l’interesse
della stampa e nemmeno alcune sorprese, soprattutto nella sezione più interessante
e propositiva di tutte, Extra, dedicata ai film documentari, che è andata a scoprire
testimonianze e denuncie nelle pieghe anche dolorose dell’umanità e che ha visto vincitore
del premio Cult come miglior documentario 'Forbidden Lies' di Anna Broinowski e il
premio Enel Cuore come miglior documentario sociale a War/Dance di Sean Fine e Andrea
Nix-Fine. Debolezze, certo, per la festa cinematografica di Roma, sono quelle comprensibili
per una manifestazione così imponente che è soltanto al suo secondo anno di vita ed
ancora alla ricerca di una propria identità culturale e mediatica. Certo i cinquanta
giurati, provenienti da tutta Europa e di età compresa tra i diciotto e i sessantanove
anni, guidati con generosità dal regista bosniaco Danis Tanović – “tenete conto
delle vostre emozioni” è stato il suo suggerimento – si sono confrontati nel
dover giudicare i quattordici film di un concorso non entusiasmante e forse poco in
sintonia con una Festa che dovrebbe avere il coraggio di essere proposta e vissuta
come tale, senza naturalmente venir meno alla qualità delle opere selezionate. Resta
la forza dei 70.000 biglietti venduti, dunque quella di un pubblico che ha sfidato
anche alcune lacune nell’organizzazione oltre che le avversità climatiche dell’autunno
e le difficoltà di una città caotica come lo è la capitale italiana. Mentre sembra
assicurato e notevole il successo del parallelo mercato che si è svolto in una strada
cinematograficamente persuasiva, come lo può essere Via Veneto. La musica, giustamente,
aveva aperto la festa, e la musica, forzatamente, l’ha anche chiusa con l’inossidabile
Ennio Morricone. Poi sono giunti i premi. Riconosciuto, dopo tanti drammi, il valore
della commedia: Juno, dell’americano Jason Reitman, miglior film del concorso, vede
premiate soprattutto le qualità della sua fluentissima e divertente scrittura, film
giocato tutto sulle difficoltà adolescenziali di accettare una maternità improvvisa
e aprirsi alla responsabilità della vita e alla verità dell’amore nella caotica e
imprevedibile società americana.