Scambio di minacce tra governo turco e PKK - Myanmar: Aung San Suu Kyi incontra un
rappresentante della giunta militare
La crisi tra Turchia e Kurdistan iracheno è segnata, al momento, da un alternarsi
di dichiarazioni minacciose: l’esecutivo di Ankara afferma di voler porre fine alla
minaccia costituita da gruppi di ribelli curdi in Iraq; il partito dei lavoratori
curdi (PKK) non scarta l’ipotesi del negoziato ma si dice pronto all’eventualità di
un conflitto. Il nostro servizio: Il
presidente turco, Abdullah Gul, ha detto che il governo di Ankara è determinato a
fare i passi necessari per porre fine a quella che viene definita la minaccia dei
guerriglieri curdi. Gul ha anche detto che la Turchia “sta perdendo la pazienza” e
non tollererà più attacchi sferrati dal Kurdistan iracheno da ribelli curdi. Sull’altro
versante, il membro dell’ufficio politico del PKK ha dichiarato che i guerriglieri
curdi sono “pronti ad accogliere positivamente qualsiasi proposta di soluzione politica”.
Ma i curdi - ha aggiunto - hanno anche “adottato tutte le misure militari” e sono
pronti a “colpire in profondità” in tutto il territorio turco e non solo in Kurdistan.
Sul terreno, intanto, almeno 40 ribelli del PKK hanno assaltato, nella notte, una
caserma nella provincia turca di Hakkari. I soldati turchi hanno respinto l’attacco
e secondo fonti locali, sarebbero rimasti uccisi diversi ribelli. In questa stessa
area, un analogo attacco, sferrato domenica scorsa da guerriglieri del PKK, aveva
provocato la morte di 12 soldati turchi. A quell’azione erano poi seguite incursioni
mirate oltre confine delle forze armate turche, confermate dal governo di Ankara e
costate la vita ad almeno 32 ribelli. La televisione curda ha mostrato inoltre le
immagini di 8 militari turchi, rapiti domenica scorsa durante un’imboscata. Il presidente
iracheno, il curdo Jalal Talabani, ha smentito infine le voci secondo cui il governo
di Baghdad avrebbe accettato di estradare in Turchia i leader curdi del PKK.
-
In Pakistan, sale il bilancio delle vittime della violenta esplosione che ha colpito
e distrutto oggi a Swat un veicolo appartenente alle forze di sicurezza pachistane:
30 persone sono morte. Diciassette erano soldati.
- Il costo totale delle guerre
in Iraq e in Afghanistan potrebbe raggiungere i 2.400 miliardi di dollari entro il
2017. Sono le conclusioni di uno studio dell'ufficio Bilancio del Congresso americano,
che conteggia anche la richiesta di un ulteriore stanziamento di 46 miliardi di dollari,
avanzata, lunedì, dal presidente George W. Bush. Facendo un calcolo sommario, insomma,
le operazioni militari in Iraq e Afghanistan costano circa 21 mila dollari per ogni
famiglia degli Stati Uniti. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Gianni
Riotta, direttore del Tg1 Rai, profondo conoscitore della società e della politica
statunitense:
R. -
Queste cifre fanno giustizia di tutta la retorica: la retorica dei neo-conservatori,
che speravano di risolvere tutti i problemi americani con la guerra e si ritrovano,
invece, a fronteggiare una guerra che è stata in realtà una devastante incudine economica
e sociale. Questo perché i soldi che si spendono in Iraq non si utilizzano in altre
importanti voci di spesa economica. Ma questo fa anche giustizia della retorica di
un certo movimento che insisteva sul fatto che la guerra era per il petrolio: il petrolio
non è mai stato così caro come in questi giorni negli Stati Uniti e, come si vede
per il contribuente americano, la guerra è stata un disastro.
D.
- Quanto può influire questo rapporto sull’opinione pubblica americana, già stanca
per l’insuccesso delle due campagne di guerra?
R.
- La campagna elettorale del 2008, così come quella del 2004 e del 2000, si deciderà
su questo tema della lotta al terrorismo. Nel 2004 è stata la lotta al terrorismo
e nel 2008 sarà la guerra in Iraq. E questo nel senso che bisogna riuscire a trovare
un modo per tirar fuori il Paese dalla guerra in Iraq, senza però che l’Iraq precipiti
nella guerra civile. Quando si dice un po’ frettolosamente “via subito gli americani
dall’Iraq”, non ci si rende conto che ritirarsi oggi dall’Iraq significherebbe lasciare
i sunniti e gli sciiti davanti ad una guerra civile e come dimostra proprio in questi
giorni l’azione turca al confine nord del Paese, far precipitare anche il Kurdistan
in una situazione di “guerra guerreggiata”. - Tragedia nelle acque del Golfo
del Messico: l'esplosione di gas in una piattaforma petrolifera ha causato la morte
di 18 persone. Risultano dispersi 7 operai. Le ricerche dei dispersi, con l'ausilio
di due elicotteri, sono rese difficili dalle avverse condizioni meteorologiche. Causato
da una tempesta, l'incidente ha provocato una fuoriuscita di greggio e di gas che
si sono riversati nel mare.
- Secondo il quotidiano americano Washington Post,
gli Stati Uniti annunceranno oggi nuove sanzioni contro l’Iran. Le misure sarebbero
mirate ad isolare la milizia iraniana dei Guardiani della rivoluzione, accusata di
“contribuire alla proliferazione delle armi di distruzione di massa”. Il segretario
di Stato americano, Condoleezza Rice, ha dichiarato, intanto, che “l'Iran costituisce
la principale minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti nel mondo”.
- Nell'ex
Birmania, la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi, ha lasciato oggi la sua abitazione,
dove si trova da tempo agli arresti domiciliari, per incontrare un funzionario della
giunta militare al potere. Intanto, sul piano diplomatico, la Russia si è detta contraria
a sanzioni contro l’ex Birmania: “le pressioni sul Paese non faranno altro che aggravare
la crisi” ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. Il ministro ha
anche approvato la posizione non-interventista del governo di Pechino, che con il
Paese asiatico ha forti legami. L’inviato speciale dell’ONU, Ibrahim Gambari, ha espresso
inoltre apprezzamento per l’appoggio di Pechino al suo lavoro.
- E’ stato prosciolto
l’ex soldato statunitense Mario Lozano, che il 4 marzo 2005 uccise a Baghdad il funzionario
del SISMI, Nicola Calipari. I giudici hanno dichiarato il “non doversi procedere”
in base all’articolo 20 del Codice di procedura penale, dichiarando la carenza di
giurisdizione nei confronti dell’imputato. Lozanoera a guardia di un posto
di blocco sulla strada per l’aeroporto di Baghdad quando fece fuoco contro l’auto
su cui viaggiava Calipari provocandone la morte. Sul mezzo erano presenti anche la
giornalista del Manifesto, Giuliana Sgrena, che era stata appena liberata dopo un
lungo sequestro, e un collaboratore di Calipari, il maggiore Andrea Carpani.
-
In Italia, intanto, l’aula del Senato ha ripreso questa mattina le votazioni al decreto
legge correlato alla Finanziaria: è stato respinto l’emendamento, sostenuto dalla
maggioranza, che prevede la soppressione della società Stretto di Messina. I voti
contrari sono stati 160, quelli favorevoli 145. Ieri, intanto, il Forum delle Famiglie
ha dato il via ad una raccolta firme per chiedere “un fisco più equo” e lanciato la
proposta di una no tax area di 6-8 mila euro per ogni figlio a carico, con conseguente
riduzione delle aliquote. Il servizio di Alessandro Guarasci:
Al Forum
delle Famiglie questa finanziaria non piace. Le richieste avanzate dal Family Day
in sostanza non sono state accolte e la famiglia non è ancora considerata un soggetto
fiscale. Dunque, ogni famiglia dovrebbe avere una sorta di franchigia di 6-8 mila
euro per ogni figlio, perché, secondo il Forum, non si devono pagare le tasse su le
spese che la famiglia sostiene per la propria prole. Paola Soave, una dei due vicepresidenti
del Forum:
"Il mettere al mondo le nuove generazioni
è effettivamente un compito indispensabile per lo sviluppo del Paese e bisogna sostenere
chi si prende questa responsabilità e questo compito. In che modo? Permettendo di
dedurre dall'imponibile il costo del minimo vitale a carico per ogni figlio".
In
Italia, un nucleo con due figli e un reddito di 25 mila euro paga il 6,9 per cento
di tasse, mentre in Francia paga lo 0,2 per cento e in Germania il 3 per cento. Se
il reddito è di 50 mila euro, in Italia paga il 26,4 per cento contro il 5 per cento
della Francia e il 16 per cento della Germania. Il Forum, in sostanza, chiede che
a parità di reddito chi ha figli si veda riconosciuta un'aliquota inferiore. Per l’altro
vicepresidente, Giuseppe Barbaro, la politica ha ancora fatica a capire questi concetti:
"Non ho mai visto un governo andare in crisi
o cadere sulle questioni di politica familiare. Sarebbe il segnale che sono delle
politiche importanti per il nostro Paese".
Servono
anche più risorse anche per la scuola, affinché i cittadini siano messi in condizione
di scegliere quale tipo di educazione dare ai loro figli. (Alessandro Guarasci, Radio
Vaticana)
- Un giornalista uzbeko di 26 anni, Alisher Saipov, è stato ucciso
ieri sera nella città di Osh, in Kyrgyzstan, nei pressi del confine con l'Uzbekistan.
Saipov era giornalista ed editore di un quotidiano in lingua uzbeka noto per le sue
posizioni critiche verso il governo del suo Paese d'origine. Spesso minacciato in
passato, Saipov si era trasferito nel vicino Kyrgyzstan per poter continuare le sue
inchieste. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)
Da
domenica 28 ottobre il Radiogiornale della sera in lingua italiana, andrà in onda
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del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 298 E'
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