2007-10-25 09:18:25

Ripartono a Roma, presso la chiesa di Santa Maria in Traspontina, gli incontri di Lectio divina


Presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria in Traspontina, in Via della Conciliazione, a Roma, ripartono da domani gli incontri di Lectio divina. Si tratta della lettura meditata e orante della Sacra Scrittura: una pratica caldeggiata da Benedetto XVI, che proprio sul tema della Parola di Dio ha convocato per l’ottobre del prossimo anno in Vaticano un Sinodo dei vescovi. A padre Bruno Secondin, carmelitano, che guiderà gli incontri, Giovanni Peduto ha chiesto di spiegare che cosa sia la Lectio divina:RealAudioMP3


R. – La Lectio divina rappresenta una esperienza molto antica. Risale ai primi tempi del cristianesimo, anzi addirittura al mondo ebraico. E’ un modo di ascoltare la Parola, riflettendoci, con cuore aperto ed attento, perché si depositi nel cuore, trasformi i pensieri e guidi poi la vita.

 
D. – Lei, padre Bruno, ha già guidato diversi corsi. Cosa nasce da una Lectio divina fatta bene?

 
R. – L’esperienza che noi abbiamo già da 12 anni, ci dimostra che la gente si innamora della Parola di Dio, vuole davvero conoscerla con cuore buono e disponibile per metterla in pratica, si sente più portata ad una fede più profonda e più convinta. Da qui nasce poi una preghiera più autentica, un’attenzione ai grandi valori della vita cristiana, e quindi alla Liturgia e ai Sacramenti, molto più precisa ed arricchente.

 
D. – Benedetto XVI ha indetto un Sinodo sulla Parola di Dio. Quali sono i suoi auspici?

 
R. – Auspica, intanto, che questa esperienza così ricca della Parola di Dio nella Chiesa a partire dal Concilio, ma anche prima, finalmente si possa in qualche modo vedere, consolidare in modo che la Parola sia autentica Parola di Dio, nutra la vita dei cristiani in tutti i suoi aspetti e dia veramente forza interiore per una autenticità cristiana vissuta e convinta.

 
D. – Lei ha già letto i ‘Lineamenta’ del prossimo Sinodo, cioè a dire lo schema su cui si dovrà impostare la discussione?

 
R. – Sì, si tratta di tre capitoli ed è un testo ancora provvisorio, si capisce. Come sempre i Lineamenta sono un testo che viene fatto proprio per suscitare partecipazione e i tre capitoli sono normalmente seguiti da domande specifiche, così che dalle risposte che arriveranno da tutti gli episcopati, si farà quello che sarà poi il testo base del Sinodo, che è chiamato ‘Instrumentum laboris’. Io trovo, comunque, molto bello e ricco il testo dei ‘Lineamenta’, che dovrà ovviamente essere arricchito con i contributi di tutti le Chiese ed anche degli esperti che vogliono intervenire.

 
D. – Lei non trova che fra i cattolici ci sia ancora tanta ignoranza della Sacra Scrittura?

 
R. – Sì, il Papa stesso lo riconosce, ma questo non ci deve certo spaventare. Noi abbiamo una esperienza secolare della Parola di Dio messa un po’ al margine, ma oggi che c’è un risveglio molto forte, una possibilità di comunicazione molto ricca, noi dobbiamo fare tutti gli sforzi affinché questa Parola diventi qualitativamente e profondamente presente.







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