Nell'ex Birmania, la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi, ha lasciato oggi la
sua abitazione, dove si trova da tempo agli arresti domiciliari, per incontrare un
funzionario della giunta militare al potere. Intanto, sul piano diplomatico, la Russia
si è detta contraria a sanzioni contro l’ex Birmania: “le pressioni sul Paese non
faranno altro che aggravare la crisi” ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghei
Lavrov. Il ministro ha anche approvato la posizione non-interventista del governo
di Pechino, che con il Paese asiatico ha forti legami. L’inviato speciale dell’ONU,
Ibrahim Gambari, ha espresso inoltre apprezzamento per l’appoggio di Pechino al suo
lavoro.