2007-10-24 15:23:03

Allarme in UE: il 5% delle mutilazioni genitali femminili avviene nei Paesi ricchi


Ventotto Paesi africani, alcune regioni mediorientali ma anche alcuni ricchi Stati del nord Europa divenuti terra di emigrazione; la pratica delle mutilazioni femminili non si arresta ma si avvale del fenomeno migratorio per essere esportata anche fuori dai tradizionali contesti culturali. Lo segnala l’ultima ricerca dell’Istituto Nazionale di Studi Demografici pubblicata ieri in Francia, a firma di Armelle Andro e Marie Lesclingand, secondo le quali a perpetuare il rito è soprattutto il fattore etnico, non quello religioso. Nel rapporto si calcolano fino a 140 milioni di casi in tutto il mondo; circa il 5% delle vittime, oltre 6,5 milioni di persone, vive nei Paesi occidentali. Solo in Francia, ad esempio, sarebbero colpite almeno 50mila donne. Mali, Guinea, Sierra Leone invece gli Stati africani in cui si registrano le situazioni più drammatiche con l’85% di bambine e donne segnate. La pratica delle mutilazioni sessuali è condannata da tempo dalle Nazioni Unite, ma solo nel 2003 tutti i Paesi membri dell’Unione Africana hanno firmato un protocollo comune di condanna esplicita che ha esteso la proibizione a tutto il continente. Stando alla ricerca dell’INED, l’istruzione sta giocando un ruolo positivo, facendo crescere la consapevolezza generale soprattutto per quanto riguarda le negative conseguenze sanitarie che questo rito iniziatico porta con sé. (F.F)







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