2007-10-23 15:04:54

Alla Festa del Cinema di Roma presentati tre film su inquietudini esistenziali e problemi sociali


Ribellioni metropolitane a New York, precariato italiano dilagante, movimenti sociali e lotte in Francia, ma con sottofondo filosofico: tre film presentati nel corso della Festa del Cinema di Roma, legati da un sottile filo in cui si intrecciano disagi sociali, corruzioni urbane, tensioni familiari, meditazioni sull’arte. In Première sorprende l’americano Noise - Rumore, di Henry Bean, già noto sceneggiatore, in cui un borghese stravagante interpretato da Tim Robbins reagisce violentemente all’inquinamento acustico della sua città innescando una sorte di guerra che lo porterà ad affrontare anche la corruzione e l’illegalità. Bella metafora sul coraggio civile che intercetta altri disagi ambientali in un periodo in cui il nostro pianeta soffre e noi con lui. A soffrire a Genova è, invece, la coppia formata da Margherita Buy e Antonio Albanese nell’atteso ed applaudito film di Mario Soldini Giorni e nuvole: i giorni sono quelli, difficili e tesi, di una famiglia che dall’oggi al domani si ritrova ad affrontare la realtà del precariato e della difficoltà economica; le nuvole sono quelle che dal cielo talvolta riflettono la poetica luce del sole ed altre racchiudono la pioggia e la neve, così come è la vita, sospesa tra intermittenti zone di chiaroscuro. Infine, nella sezione più interessante di tutte, Extra, viene offerta una curiosa riflessione cinematografica che, partendo da un parallelo alquanto coraggioso, innerva diverse problematiche umane e sociali. Si tratta del film documentario Le pere di Adamo di Guido Chiesa, nel quale il regista pone in parallelo la volubilità, anche qui, delle nuvole, con quella dei movimenti e delle proteste che spesso sfociano in vere e proprie ribellioni violente. Eccentrico, certo, ma interessante: prendendo come spunto gli intermittenti francesi che nel 2003 bloccarono tutto il comparto dello spettacolo in Francia, si mette a confronto l’irrazionalità del clima e della società, che non presuppongono entrambi previsioni certe, e la razionalità dei numeri e delle note musicali, fondendo inaspettatamente storia sociale, vita reale, teorie filosofiche e moderna meteorologia. Detto a voce sembra impossibile, ma visto sullo schermo tutto si ricompone e assume, inaspettatamente, i contorni di un’opera di poesia. (A cura di Luca Pellegrini)







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