Alla Festa del Cinema di Roma presentati tre film su inquietudini esistenziali e problemi
sociali
Ribellioni metropolitane a New York, precariato italiano dilagante, movimenti sociali
e lotte in Francia, ma con sottofondo filosofico: tre film presentati nel corso della
Festa del Cinema di Roma, legati da un sottile filo in cui si intrecciano disagi sociali,
corruzioni urbane, tensioni familiari, meditazioni sull’arte. In Première sorprende
l’americano Noise - Rumore, di Henry Bean, già noto sceneggiatore, in cui
un borghese stravagante interpretato da Tim Robbins reagisce violentemente all’inquinamento
acustico della sua città innescando una sorte di guerra che lo porterà ad affrontare
anche la corruzione e l’illegalità. Bella metafora sul coraggio civile che intercetta
altri disagi ambientali in un periodo in cui il nostro pianeta soffre e noi con lui.
A soffrire a Genova è, invece, la coppia formata da Margherita Buy e Antonio Albanese
nell’atteso ed applaudito film di Mario Soldini Giorni e nuvole: i giorni sono
quelli, difficili e tesi, di una famiglia che dall’oggi al domani si ritrova ad affrontare
la realtà del precariato e della difficoltà economica; le nuvole sono quelle che dal
cielo talvolta riflettono la poetica luce del sole ed altre racchiudono la pioggia
e la neve, così come è la vita, sospesa tra intermittenti zone di chiaroscuro. Infine,
nella sezione più interessante di tutte, Extra, viene offerta una curiosa riflessione
cinematografica che, partendo da un parallelo alquanto coraggioso, innerva diverse
problematiche umane e sociali. Si tratta del film documentario Le pere di Adamo
di Guido Chiesa, nel quale il regista pone in parallelo la volubilità, anche qui,
delle nuvole, con quella dei movimenti e delle proteste che spesso sfociano in vere
e proprie ribellioni violente. Eccentrico, certo, ma interessante: prendendo come
spunto gli intermittenti francesi che nel 2003 bloccarono tutto il comparto dello
spettacolo in Francia, si mette a confronto l’irrazionalità del clima e della società,
che non presuppongono entrambi previsioni certe, e la razionalità dei numeri e delle
note musicali, fondendo inaspettatamente storia sociale, vita reale, teorie filosofiche
e moderna meteorologia. Detto a voce sembra impossibile, ma visto sullo schermo tutto
si ricompone e assume, inaspettatamente, i contorni di un’opera di poesia. (A cura
di Luca Pellegrini)