Mons. Follo all'UNESCO: la cultura aiuti a promuovere il dialogo tra i popoli
Occorre creare luoghi di cultura, di relazioni, di educazione perché gli uomini si
parlino e si riconoscano come fratelli e partner della costruzione sociale, attenti
ai più piccoli e ai più poveri: è quanto ha sottolineato questa mattina a Parigi mons.
Francesco Follo, osservatore permanente della Santa Sede presso l’UNESCO. Il presule
ha preso parte al dibattito di politica generale della 34.ma Conferenza generale dell’UNESCO,
che si concluderà il 3 novembre. Al microfono di Tiziana Campisi,mons.
Francesco Follo spiega quali priorità ha voluto segnalare alla comunità internazionale:
R.
– Partendo dal fatto che l’UNESCO ha indicato per questa conferenza come priorità
l’Africa e l’eguaglianza dei sessi, ho parlato dell’importanza dell’educazione, soprattutto
l’educazione di qualità con particolare riferimento all’Africa. D'altra parte, è importantissimo
ribadire l’uguaglianza dei sessi, soprattutto l’educazione delle donne, specie nei
Paesi in via di sviluppo, non solo per il valore in quanto tale ma anche per il loro
contributo nell’educazione della famiglia e della società.
D.
– Quali altri punti ha sottolineato nel suo intervento?
R.
– Innanzitutto che l’educazione è una cosa che non riguarda solo lo Stato poiché i
primi attori dell’educazione sono i genitori. Secondo, abbiamo parlato dell’importanza
della religione come elemento fondante della cultura e quindi della società. Se purtroppo
ci sono state e ci sono ancora delle guerre e dei conflitti causati da gruppi che
si ispirano in un modo criminale alla religione, non va dimenticato che la religione
non può essere ridotta ad un fatto solo privato ma è importante una sua dimensione
sociale. Questo implica una libertà di religione che permette il culto e tutte quelle
manifestazioni che la fede suscita.
D. – In che modo
la Santa Sede può offrire un contributo nell’ambito della educazione, della formazione?
R.
– Nel mondo ci sono circa 1500 università cattoliche e 210 mila scuole cattoliche.
Quindi, se c’è una rete così mondiale, che tocca e sostiene lo sviluppo dell’uomo,
la sua promozione, credo che la Chiesa cattolica sia fra i protagonisti. Ma noi lo
facciamo non solo per portare il Vangelo ma anche perché crediamo che l’evangelizzazione
è promozione umana e quindi elevando l’uomo gli permettiamo di conoscere la verità
intera lasciandolo libero nella sua decisione.