La Lectio Divina e la sua importanza per l’approfondimento della Parola di Dio: intervista
di Giovanni Peduto con padre Bruno Secondin
La Lectio Divina e la sua importanza per l’approfondimento della Parola di Dio
Presso
la chiesa parrocchiale di Santa Maria in Traspontina, su Via della Conciliazione,
a Roma, ripartono da venerdì 26 ottobre gli incontroi di Lectio Divina. A padre Bruno
Secondin, carmelitano, che guiderà gli incontri, Giovanni Peduto ha chiesto di spiegare
che cos’è la Lectio Divina …
R. – La Lectio Divina rappresenta una esperienza
molto antica. Risale ai primi tempi del cristianesimo, anzi addirittura al mondo ebraico.
E’ un modo di ascoltare la Parola, riflettendoci, con cuore aperto ed attento, perché
si depositi nel cuore, trasformi i pensieri e guidi poi la vita.
D. – Lei,
padre Bruno, ha già guidato diversi corsi. Cosa nasce da una Lectio Divina fatta bene?
R.
– L’esperienza che noi abbiamo già da 12 anni, ci dimostra che la gente si innamora
della Parola di Dio, vuole davvero conoscerla con cuore buono e disponibile per metterla
in pratica, si sente più portata ad una fede più profonda e più convinta. Da qui nasce
poi una preghiera più autentica, un’attenzione ai grandi valori della vita cristiana,
e quindi la Liturgia ed i Sacramenti, molto più precisa ed arricchente.
D.
– Benedetto XVI ha indetto un Sinodo sulla Parola di Dio. Quali sono i suoi auspici?
R.
– Auspica, intanto, che questa esperienza così ricca della Parola di Dio nella Chiesa
a partire dal Concilio, ma anche prima, finalmente si possa in qualche modo vedere,
valutare, interpretare, consolidare in modo che la Parola sia autentica Parola di
Dio, nutra la vita dei cristiani in tutti i suoi aspetti e dia veramente forza interiore
per una autenticità cristiana vissuta e convinta.
D. – Lei ha già letto i
‘Lineamenta’ del prossimo Sinodo, cioè a dire lo schema su cui si dovrà impostare
la discussione?
R. – Sì, si tratta di tre capitoli ed è un testo ancora provvisorio,
si capisce. Come sempre i Lineamenta sono un testo che viene fatto proprio per suscitare
partecipazione e i tre capitoli sono normalmente seguiti da domande specifiche, così
che dalle risposte che arriveranno da tutti gli episcopati, dai centri di cultura
si farà quello che sarà poi il testo base del Sinodo, che è chiamato ‘Instrumentum
Laboris’. Io trovo, comunque, molto bello e ricco il testo dei ‘Lineamenta’, che dovrà
ovviamente essere arricchito con i contributi di tutti le Chiese ed anche degli esperti
che vogliono intervenire.
D. – Lei non trova che fra i cattolici c’è ancora
tanta ignoranza della Sacra Scrittura, a differenza invece che tra i protestanti?
R.
– Sì, il Papa stesso lo riconosce nel testo dei ‘Lineamenta’, ma questo non ci deve
certo spaventare. Noi abbiamo una esperienza secolare della Parola di Dio messa un
po’ al margine, ma oggi che c’è un risveglio molto forte, una possibilità di comunicazione
molto ricca, noi dobbiamo fare tutti gli sforzi affinché questa Parola diventi qualitativamente
e profondamente presente.