I separatisti curdi del PKK pronti ad un cessate il fuoco condizionato con la Turchia
I separatisti curdi del PKK si sono detti pronti ad un cessate il fuoco condizionato:
lo annuncia la stessa organizzazione, attraverso il proprio sito Internet. Ma la situazione
resta tesa: il premier turco Erdogan si dice pronto ad agire, mentre è giunta la conferma
del rapimento di 8 soldati turchi da parte dei ribelli. I particolari da Isabella
Piro:
I
separatisti curdi del Pkk si sono detti pronti ad un cessate il fuoco se la Turchia
sospenderà gli attacchi nel nord Iraq. L'annuncio è comparso su un sito internet dell'organizzazione.
“Siamo pronti ad osservare un cessate il fuoco – afferma la dichiarazione - se l'esercito
turco cesserà di attaccare le nostre postazioni, rinuncerà ai suoi piani di incursione
e si impegnerà per la pace”. La tensione tra Ankara e Kurdistan iracheno, quindi,
potrebbe calare, ma per ora è ancora alta: per il premier turco Erdogan “è tempo di
agire” contro i separatisti curdi. La pazienza della Turchia è agli sgoccioli, dice,
e il Paese ha tutto il diritto di difendersi, senza chiedere il permesso a nessuno.
Erdogan, inoltre, accusa Baghdad e Washington di proteggere i guerriglieri e di armarli.
Punta invece ai canali diplomatici il ministro degli Esteri turco, Babacan, che domani
sarà in Iraq per colloqui. Gli Stati Uniti, intanto, chiedono al governo iracheno
una soluzione rapida della questione, pur ribadendo che non desiderano vedere un ampliamento
delle azioni militari nell’Iraq del nord. Gli fa eco la Nato che esprime la piena
solidarietà ad Ankara e precisa: Non ci è giunta alcuna richiesta d’aiuto. E mentre
dall’esercito turco arriva la conferma del rapimento di 8 soldati da parte dei ribelli,
ad Istanbul sono scesi in piazza a migliaia per dire no al Pkk. La manifestazione
è stata organizzata dal Partito Repubblicano del popolo, che guida l’opposizione turca.