2007-10-22 14:56:24

Gli echi della visita pastorale del Papa a Napoli. Il commento di un sacerdote: occorre tradurre in azione pastorale le parole del Papa per il bene della città


Un bacio all’ampolla che per la città di Napoli rappresenta il segno di una predilezione divina. E’ quello dato da Benedetto XVI alla teca che custodisce il sangue di San Gennaro, Patrono del capoluogo partenopeo. Questo gesto, insieme con i minuti di silenzioso raccoglimento del Papa nella Cappella del Santo, sono stati i momenti più significativi del pomeriggio di ieri, prima che il Pontefice si congedasse da Napoli, dove nel corso della mattinata aveva presieduto la Messa all’aperto, in Piazza Plebiscito. Per un commento a questa visita pastorale di Benedetto XVI - e in particolare alle sue parole che hanno esortato a vincere con l’impegno politico e morale le derive imposte dal crimine - Fabio Colagrande ha sentito il parere di don Francesco Minervino, parroco della chiesa di Maria SS. Assunta in cielo, ubicata a Miano-Scampìa, una delle zone più difficili della città:RealAudioMP3


R. – Certamente ieri mattina il Papa ha respirato la voglia della gente di Napoli di risollevarsi in quella forza che porta, soprattutto la Chiesa, in determinate realtà e in determinati territori ad essere all’avamposto della speranza.

 
D. – Lei personalmente come ha vissuto la Liturgia in Piazza del Plebiscito, durante la quale il Papa si è rivolto anche a voi sacerdoti di Napoli?

 
R. – L’omelia del Papa è stata un qualcosa che ha certamente segnato questo incontro. E’ stata un’omelia bellissima sia per quanto riguarda il riferimento esplicito ai pastori della Chiesa e quindi alla realtà della Chiesa di essere sempre pronta ad intervenire nei momenti opportuni, ma anche nei momenti inopportuni; sia per quella chiarezza di considerazione. La camorra a Napoli è soprattutto una struttura organizzativa che ormai non è più invisibile, ma anzi abbastanza ramificata nel territorio e nella città reale. Ma si tratta soprattutto di una mentalità diffusa che, purtroppo, trova proprio nei giovani i veri e propri protagonisti. C’è poi stato il passaggio che evidenziava che la scuola e il lavoro possono mettere i giovani in salvo dalla camorra. E questo è vero. Questi passaggi che sono saltati subito nel cuore, perché l’attualizzazione della Parola di Dio che il Papa Benedetto XVI ha saputo proprio spezzare con noi, ci hanno toccato veramente nel profondo. Penso che questo aspetto dovremmo poi noi, come Chiesa napoletana e insieme a tutte quelle che sono le realtà della Chiesa di Napoli e quindi sacerdoti e laici, recuperare anche nei rapporti successivi con le istituzioni.

 
D. – Don Francesco, Benedetto XVI vi ha invitato a rafforzare la speranza che si fonda sulla fede e che si esprime in una preghiera instancabile. Quanto è importante credere nella preghiera, lei lo dirà spesso anche ai suoi parrocchiani?

 
R. – Sì, anche perché la fede cristiana, soprattutto in questi nostri territori, si può trasformare in un devozionismo che allontana l’impegno anche dei cristiani dalla vita sociale e dalla vita politica. Fede significa vivere il presente e la preghiera è il respiro dell’anima, come ci insegnano i maestri dello spirito, ed è la nostra forza. Se un popolo entra nella disperazione e nel pessimismo è perché – come credenti – sappiamo che è venuta meno anzitutto la preghiera e quindi l’affidarsi a Dio.

 
D. – Don Francesco, come far sì che questa visita, veloce ma incisiva del Papa a Napoli, possa dare dei frutti nel vostro cammino pastorale?

 
R. – Il Papa è venuto a Napoli anche nel momento di avvio di una nuova linea pastorale. Questa visita del Papa ha poi, tra l’altro, dato il via al Meeting interreligioso della Comunità di Sant’Egidio proprio sul dialogo ed una città come Napoli è una città che proprio per natura è aperta al dialogo. Per quanto riguarda poi la linea pastorale, sarà ora l’arcivescovo a vedere come impostare ed attualizzare le parole del Papa.







All the contents on this site are copyrighted ©.