2007-10-20 15:00:57

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


In questa 29.ma Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù racconta una parabola sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi: è la parabola della vedova che con la propria insistenza ottiene giustizia perfino da un giudice disonesto. Gesù allora esclama:

E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3


Gesù vede con il suo occhio divino che i suoi discepoli possiedono una fiducia imperfetta, non pienamente sicura e che perciò non sono capaci di una confidenza, di un abbandono stabili e permanenti. Allora, racconta loro una parabola sulla stabilità e sulla continuità della relazione che Dio ha con loro e sulla sua prontezza nei confronti degli eletti. Gesù li rassicura ed è da questa sicurezza della stabilità della fede che Dio è in noi, come si esprime Charles Péguy, che può venir fuori dal cuore e dal petto dell’uomo il grido rivolto a lui giorno e notte. Solo verso uno di cui si ha piena fiducia, ci si può rivolgere con tutto se stesso. Il grido infatti suppone la pienezza della inclinazione di sé verso l’altro e questo viene chiamato preghiera e fede, fede sicura e certa come il bambino svezzato in braccio a sua madre, preghiera senza interruzione, come la vita.







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