Benedetto XVI all'UNESCO: la collaborazione fra i popoli faccia progredire una vera
cultura di pace nel mondo
Lavorate “per una vera cultura di pace nel mondo”: è questo in sintesi il messaggio
che Benedetto XVI ha voluto dare ai partecipanti alla 34.ma Conferenza generale dell’UNESCO
apertasi martedì scorso a Parigi. Il Papa ha espresso il suo pensiero in un telegramma
inviato all’osservatore della Santa Sede presso l’organismo delle Nazioni Unite mons.
Francesco Follo, che ieri ha celebrato una Messa per i delegati alla Conferenza. Il
servizio di Tiziana Campisi:
I lavori
della 34.ma Conferenza generale dell’UNESCO possano far progredire “in maniera significativa
la collaborazione tra i popoli per una vera cultura di pace nel mondo”. E’ l’auspicio
formulato dal Papa in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio
Bertone e inviato a mons. Francesco Follo. Il presule ha letto le parole di Benedetto
XVI ieri pomeriggio, durante la celebrazione presieduta a Parigi nella chiesa di San
Francesco Saverio. Mons. Follo ha evidenziato, in particolare, il richiamo del Santo
Padre all’unità nel giorno in cui la Chiesa ha ricordato la figura di Sant’Ignazio
di Antiochia, che si definiva ‘un uomo al quale è affidato il dovere dell’unità’.
Alla liturgia, che il presule ha voluto come momento di preghiera aperto ai fedeli
di qualunque credo, erano presenti circa quaranta delegazioni. “Ognuno di noi, credente
o non – ha detto mons. Follo nella sua omelia – desidera la felicità e come Ulisse
che navigando attraverso il Mediterraneo trovò pace tornando nella sua patria Itaca,
anche noi possiamo trovare la felicità nella nostra casa e casa è anche la Chiesa”.
Il presule ha aggiunto che la Chiesa è luogo di aggregazione dell’umanità e che ad
esserne segno visibile sono le case che sorgono intorno ad essa. “Non ci sono case
senza chiese” ha concluso mons. Follo citando il poeta inglese Thomas Eliot e affermando
che dimora dell’uomo è Dio e che la Chiesa, in quanto dimora di Dio, lo è anche dell’uomo.