2007-10-18 15:00:10

All'indomani dell'annuncio del Papa della creazione di 23 nuovi cardinali, la gioia della Chiesa africana attraverso le parole di uno dei nuovi porporati, l'arcivescovo di Dakar, Théodor-Adrien Sarr. La riflessione di mons. Monterisi


I 23 nuovi cardinali rispecchiano “l'universalità della Chiesa con la molteplicità dei suoi ministeri”: con queste parole, Benedetto XVI ha accompagnato, ieri, l’annuncio del Concistoro del prossimo 24 novembre nel quale verranno appunto creati 23 porporati, di cui 18 elettori. In effetti, i futuri cardinali sono espressione della Chiesa di tutti i continenti. Grande è la gioia della Chiesa africana, e senegalese in particolare, per l’elevazione alla dignità cardinalizia dell’arcivescovo di Dakar, Théodor-Adrien Sarr, che, in questa intervista di Mathilde Auvillain, sottolinea l’importanza della sua nomina per la Chiesa del Senegal:RealAudioMP3


R. – C’est d’abord une réaction de grace a Dieu, parce-que on se demande …
Prima di tutto la mia è una reazione di ringraziamento a Dio, perché ci si chiede costantemente : “Chi sono io perché determinate scelte, in successione, si concentrino sulla nostra persona: il sacerdozio, l’episcopato e poi la dignità cardinalizia?" E’ con emozione che apprendo la notizia e ringrazio Iddio per tutto ciò che Egli mi permette di vivere e che mi chiama a fare. Ovviamente, anche per me è un richiamo ad un impegno sempre più generoso, più totale al servizio del Signore e della sua Chiesa, nonché al servizio reso agli uomini attraverso l’evangelizzazione.

 
D. – Come ha accolto questa nomina? Quali sviluppi essa porterà alla sua missione?

 
R. – Je ne sais pas si ça va bien me faire évoluer ; …
Non so quali sviluppi ci potranno essere; direi piuttosto che ci sarà un’intensità maggiore ancora nella dedizione di me stesso al Signore nel servizio al Vangelo, alla Chiesa e agli uomini. E’ soprattutto questo: aumentare il dono di me stesso ed essere a disposizione, sempre, per rispondere a tutte le sollecitazioni che, ovviamente, diventeranno sempre più numerose, sempre però nello spirito di dedizione al Signore per compiere la missione che Lui mi affida.

 
D. – La sua nuova dignità di cardinale le consentirà anche di fare ascoltare maggiormente la voce della Chiesa senegalese?

 
R. – Peut-être, oui. Peut-être que le fait même d’être élevé a ce degré de ..
Può essere, sì. Può essere che il fatto stesso di essere stato elevato a questo grado di responsabilità all’interno della Chiesa farà in modo che la mia voce, e attraverso la mia voce, quella della Chiesa senegalese, sia ascoltata meglio in questo Paese da tutti i nostri compatrioti e – perché no? – in Africa e nel mondo.

Ma quali sono i compiti dei cardinali nella vita della Chiesa? Giovanni Peduto ha rivolto la domanda all’arcivescovo Francesco Monterisi, segretario della Congregazione per i Vescovi e che proprio in tale veste è anche segretario del Collegio cardinalizio:RealAudioMP3


R. - I compiti principali dei cardinali sono due. Il primo è dare la collaborazione al Santo Padre per i problemi che riguardano la Chiesa universale. I cardinali vengono consultati dal Papa, sia individualmente, sia riuniti in gruppo quando si fa il cosiddetto Concistoro; il Santo Padre può sottoporre domande ai cardinali perché gli rispondano secondo le loro visioni sul bene della Chiesa. In secondo luogo, alcuni sono stretti collaboratori del Papa e in effetti in questa creazione di cardinali ci sono ben 7 rappresentanti della Curia Romana, che collaborano, si potrebbe dire quotidianamente, con il Santo Padre. Il secondo compito è quello dell’elezione del Santo Padre: i 120 cardinali che sono al di sotto dell’età di 80 anni eleggono il Sommo Pontefice quando si verifica la sede vacante.

 
D. - Eccellenza come nasce la figura del cardinale?

 
R. - I cardinali rispecchiano un’antica tradizione della Chiesa romana che affidava ai presbiteri, noi diremmo i parroci, e ai diaconi della Chiesa di Roma insieme ai sei vescovi delle diocesi vicine cosiddette suburbicarie, il compito di eleggere il Papa. Poco dopo l’anno mille i parroci e i diaconi di Roma con i vescovi suburbicari acquistano il titolo di cardinale. Intorno al 1050 viene costituito il vero e proprio Collegio dei cardinali e due secoli dopo si cominciano a inserire nel Collegio cardinalizio anche vescovi di diocesi diverse da Roma, prima d’Italia, poi dell’Europa e ora abbiamo arcivescovi e cardinali da tutto il mondo

 
D. - Eccellenza la figura del cardinale è legata al colore della sua veste, la porpora: qual è il significato di questo colore?

 
R. - Poiché i cardinali hanno il dovere di collaborare con il Papa e di manifestare, testimoniare l’impegno di tutta la Chiesa con il Papa per la fede e l’amore nel mondo, i cardinali si impegnano fino all’effusione del proprio sangue per raggiungere questi scopi che riguardano il bene della Chiesa universale e di tutta l’umanità.

 
D. - Abbiamo detto che i cardinali sono gli stretti cooperatori del Papa, ma è anche vero che sono chiamati a essere quanto mai vicini alle gioie e alle sofferenze dell’umanità…

 
R. - E’ questo il significato dell’universalità del Collegio cardinalizio. In sostanza, attraverso i cardinali arrivano più velocemente al Papa le istanze dell’umanità, degli uomini che, nelle diverse parti del mondo, hanno problemi, difficoltà, specialmente in merito all’espansione della fede e alla diffusione della carità.







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