No all’uso della forza per disinnescare le crisi sul nucleare: il richiamo dell’arcivescovo
Celestino Migliore nell’intervento alla Commissione per il Disarmo dell’ONU
La Santa Sede esorta tutte le autorità politiche e la società civile a rifiutare le
armi nucleari: è uno dei passaggi forti dell’intervento dell’arcivescovo Celestino
Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all’ONU, alla Commissione per il
disarmo e la sicurezza internazionale del Palazzo di Vetro. Mons. Migliore ha ribadito
la necessità della ricerca di vie diplomatiche per risolvere le crisi riguardanti
il nucleare. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Nessuno
Stato membro del Trattato di non proliferazione, ha detto mons. Migliore, deve abusare
“del suo legittimo diritto a sviluppare l’energia nucleare per scopi pacifici” al
fine di produrre armi nucleari. L’osservatore vaticano ha, quindi, ribadito che “devono
essere utilizzati tutti gli strumenti della diplomazia per disinnescare quelle crisi”
scaturite “dai tentativi di alcuni Paesi di acquisire le capacità” di costruire armi
atomiche. E sempre attraverso la diplomazia, ha affermato il presule, vanno dissuasi
quegli Stati che sembrano voler incamminarsi su questa strada pericolosa. Un intervento
militare in questi casi - ha avvertito - “potrebbe solo peggiorare una situazione
già delicata e potrebbe portare ad una conflagrazione con nuove immense sofferenze
ad un’umanità” che già porta il peso delle devastazioni della guerra. Le Potenze nucleari,
ha detto ancora, “hanno una particolare responsabilità” per costruire un mondo libero
delle armi atomiche.
D’altro canto, ha costatato
il rappresentante vaticano, “il disarmo nucleare e la non proliferazione possono rinforzarsi
o indebolirsi vicendevolmente”. Per questo, ha sottolineato ancora, entrambi sono
un “imperativo” per il pieno adempimento del Trattato di Non Proliferazione. Ecco
perché, ha riflettuto mons. Migliore, il continuo fallimento di negoziati sull’eliminazione
delle armi nucleari, così come i piani di ammodernamento degli arsenali nucleari già
esistenti, mettono in grave pericolo l’efficacia del Trattato. Di qui, l’esortazione
della Santa Sede a fare il possibile per far progredire i negoziati. L’entrata in
vigore di un Trattato globale sul bando dei test nucleari è, infatti, in gran ritardo,
così come l’inizio dei negoziati per il bando sulla produzione di materiale fissile.
La Santa Sede, ha aggiunto, ritiene che le armi nucleari violino ogni aspetto della
legge umanitaria. Sono, infatti, un affronto alla salvaguardia del pianeta, che può
essere distrutto da questi armamenti. Mons. Migliore non ha mancato di mettere l’accento
sul rischio che queste armi possano finire nelle mani dei terroristi, auspicando una
conferenza internazionale su questo tema, da tenere nel 2009.
La
Santa Sede, ha affermato l'osservatore della Santa Sede a New York, spera che il mondo
non debba mai più conoscere l’orrore della distruzione nucleare. Il presule ha anche
rinnovato l’appello alla comunità internazionale, affinché si impegni a contrastare
il traffico illecito di armi, chimiche e biologiche. E, ancora una volta, ha denunciato
la distruzione portata dalle armi, soprattutto dalle bombe a grappolo, a danno di
civili innocenti. La Santa Sede, ha assicurato mons. Migliore, garantisce il suo sostegno
all’Agenzia dell’ONU per l’Energia Nucleare, ribadendo l’urgenza di un uso pacifico
e sicuro della tecnologia nucleare per uno sviluppo rispettoso dell’ambiente e delle
popolazioni più svantaggiate.