GRAN BRETAGNA Medici cattolici chiedono revisione della legge sull’aborto
LONDRA, 17 ott 07 - Ridurre il periodo entro il quale l’aborto è liberamente
consentito nel Regno Unito, fissato attualmente alle prime 24 settimane di gravidanza.
È quanto chiede l’Associazione dei medici cattolici britannici in un rapporto presentato
alla Commissione sulla scienza e la tecnologia della Camera dei Comuni incaricata
di studiare correttivi all’attuale legge sull’aborto in vigore dal 1967. Modifiche
sollecitate da più parti, considerate le crescenti preoccupazioni per il numero degli
aborti nel Paese e alla luce delle nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche intervenute
in questi 40 anni. Nel documento l’Associazione evidenzia come l’aborto in fase avanzata
sia considerato particolarmente “raccapricciante” da gran parte dell’opinione pubblica.
Non sono ormai rari casi di sopravvivenza di feti abortiti tra la 20ª e 24ª settimana.
L’attuale normativa permette l’interruzione volontaria della gravidanza in caso di
rischio per la salute fisica o psichica della madre. La realtà è che molti bambini
vengono abortiti a causa di malformazioni rilevate dalle diagnosi prenatali. Un fenomeno
che preoccupa anche perché - rilevano i medici cattolici - “contribuisce ad alimentare
un atteggiamento negativo della società verso le persone disabili”. In conclusione,
il rapporto ricorda come tra gli effetti deleteri della legge del 1967 vi sia stato
il declino demografico registrato in questi ultimi decenni nel Regno Unito: il risultato
è che per sostenere la sua economia il Paese dipende sempre di più dagli immigrati.
(Cns – ZENGARINI)