La lotta alla fame riguarda ognuno di noi: l’esortazione del Papa nel Messaggio al
direttore della FAO, per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione
Liberare milioni di persone dalla fame “è una delle sfide più urgenti del nostro tempo”.
E’ il richiamo del Papa nel Messaggio al direttore generale della FAO, Jacques Diouf,
in occasione dell’odierna Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Il Papa sottolinea
che è inaccettabile la condizione di tanti esseri umani la cui vita è in pericolo
“per mancanza del pane quotidiano”. Ancora oggi, secondo stime dell’ONU, oltre 850
milioni di persone soffrono la fame. Sui contenuti del Messaggio di Benedetto XVI,
il servizio di Alessandro Gisotti:
Ognuno
di noi deve sentirsi impegnato a cooperare “per rendere possibile il diritto all’alimentazione”:
è la viva esortazione di Benedetto XVI, che per sconfiggere la fame nel mondo chiede
sforzi tanto individuali quanto internazionali. Il Papa ricorda che si avvicina il
60.mo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Un’occasione,
scrive, per mettere l’accento sulla centralità del diritto all’alimentazione dal quale
derivano tutti gli altri a partire da quello fondamentale della vita. Con rammarico,
il Pontefice constata che gli sforzi impiegati fino ad oggi non sembrano aver diminuito
significativamente il numero degli affamati nel mondo. D’altro canto, il Papa si sofferma
sulla dimensione etica del “dare da mangiare a chi ha fame”. E’ questa, ribadisce,
una priorità che richiama al sentimento di solidarietà proprio dell’essere umano che
“porta a condividere gli uni con gli altri non solo i beni materiali, ma anche l’amore
di cui ognuno ha bisogno”. Se offriamo solo cose materiali, avverte, allora stiamo
dando troppo poco.
La violazione del diritto all’alimentazione,
prosegue, “non si deve solo a cause di tipo naturale”, ma soprattutto a “situazioni
provocate dal comportamento dell’uomo” che produce un deterioramento generale di tipo
sociale, economico e umano. Ancora, aggiunge, sono sempre di più le persone che “a
causa della miseria e dei conflitti si vedono obbligati a lasciare la propria casa
e i propri cari per cercare di sopravvivere”. E’ perciò “necessario che maturi nei
membri della Comunità delle nazioni, una coscienza solidale che consideri l’alimentazione
come un diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni”.
L’obiettivo dello sradicamento della fame e di un’alimentazione sana e sufficiente
per tutti richiede inoltre l’applicazione di metodi che rispettino il patrimonio della
Creazione. In particolare, Benedetto XVI chiede che si tenga conto dei ritmi della
natura, conosciuti dalla gente delle zone rurali. Allo stesso modo, avverte, è importante
proteggere gli usi tradizionali delle comunità indigene, lasciando da parte le considerazioni
egoiste ed esclusivamente economiche.
Il Papa rivolge
un pensiero particolare ai bambini, “prime vittime di questa tragedia”, obbligati
“a un lavoro forzato o reclutati dai gruppi armati in cambio di un po’ di cibo”. In
tale contesto, auspica che le iniziative prese a livello multilaterale permettano
a intere comunità di guardare con maggiore fiducia al futuro. Il messaggio si conclude
con l’incoraggiamento del Papa alla FAO, affinché continui il suo lavoro per garantire
il diritto all’alimentazione di ogni essere umano. Uno sforzo, assicura, che vedrà
il fattivo contributo della Chiesa Cattolica attraverso le sue diverse istituzioni.
Dal
canto suo, nel messaggio per la ricorrenza, il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon,
sottolinea che “dobbiamo riconoscere il ruolo che i diritti umani possono svolgere
nello sradicare la fame e la povertà e lavorare assieme per far valere il diritto
inalienabile al cibo per tutti”. Sull’evento - promosso dalla FAO e che coinvolge
150 Paesi - Cecilia Seppia ha intervistato Andrea Von Brandt, direttore
dell’Unità per il Diritto all’Alimentazione della FAO:
R. – Vogliamo
enfatizzare il fatto che abbiamo cibo nel mondo sufficiente per nutrire 12 miliardi
di persone. Quello che manca è l’accesso a livello individuale, l’accesso a livello
dei vari gruppi sociali, quelli esclusi, quelli emarginati, che sono soprattutto donne,
bambini, anziani, minoranze linguistiche, etniche, quelli che non hanno voce e non
hanno possibilità di nutrirsi in dignità. La maggioranza delle persone vuole lavorare:
i piccoli agricoltori vogliono avere la possibilità di nutrirsi da soli. Non è un
problema tecnico. Certamente ci sono problemi tecnici, climatici, sempre maggiori
forse, ma soprattutto è un problema di distribuzione, di accesso, di politica, di
emarginazione, di esclusione.
D. – La FAO ha anche
elaborato delle linee guida pratiche che forniscono ai governi dei suggerimenti coerenti
per affrontare e ridurre il problema della fame...
R.
– Le guide volontarie negoziate e accettate da tutti gli Stati membri della FAO forniscono
ai governi raccomandazioni specifiche su come incorporare i principi del diritto all’alimentazione,
per esempio nella legislazione, nelle politiche agricole nazionali. Speriamo che questa
giornata contribuisca a mettere ancora più in alto nell'agenda politica il tema della
fame, dell’alimentazione. Non si deve dimenticare che la fame è la prima causa di
morte nel mondo.
D. – Quante persone soffrono ancora
la fame oggi?
R. – Soffrono di fame cronica ancora
856 milioni di persone, secondo le nostre statistiche: ciò vuol dire, più o meno,
l’Europa e l’America del Nord messe assieme.
D.
– Qual è il messaggio chiave di questa 27.ma Giornata Mondiale dell’Alimentazione?
R.
– Sono principalmente due i grandi messaggi. Il diritto all’alimentazione è vincolante
e la sua realizzazione è possibile. Secondo, gli Stati hanno l’obbligo di mettere
in pratica subito gli impegni che a livello internazionale devono essere incorporati
e messi in pratica a livello nazionale.