2007-10-16 14:49:49

Cresce la preoccupazione per i due sacerdoti cattolici rapiti in Iraq


C’è preoccupazione per la sorte dei due sacerdoti siro-cattolici rapiti sabato scorso a Mossul, nel nord Iraq. Stamani i rapitori hanno contattato i vertici della Chiesa a Mossul, confermando che Padre Pius Afas e padre Mazen Ishoa sono in buone condizioni. Ma da questo momento sono state interrotte le comunicazioni. Ci riferisce Giancarlo La Vella:RealAudioMP3


“Mantenere aperta la porta del dialogo” per riportare quanto prima in libertà i due sacerdoti sequestrati. E’ quanto ha comunicato stamani all’agenzia missionaria internazionale, Misna, l’arcivescovo siro-cattolico di Mossul, mons. Basile Georges Casmoussa, che in prima persona sta tenendo vivi i contatti con i sedicenti appartenenti a gruppi estemisti islamici, ma più verosimilmente delinquenti comuni, autori del sequestro dei due religiosi, per i quali, domenica scorsa all’Angelus, il Pontefice ha rivolto un accorato appello per la liberazione immediata. “Questa mattina abbiamo parlato per telefono con i loro rapitori – ha detto il presule – e la speranza di rivederli presto resta viva”. Mons. Casmoussa avrebbe poi confermato che il rilascio è stato vincolato al pagamento di un riscatto. E proprio sul reperimento di una somma di denaro idonea, sembra si siano bloccate le trattative e al momento i rapitori non si sono più fatti sentire. Ricordiamo che Padre Afas e padre Ishoa sono stati prelevati da un numero imprecisato di uomini armati sabato pomeriggio, mentre si stavano recando nella chiesa del quartiere di Al Faisaliya, per celebrare un funerale. Tutta la Chiesa dell’Iraq, e non solo, partecipa alla situazione e rimane in attesa di buone notizie nella preghiera e nella speranza che si risolva tutto al più presto. Ne abbiamo parlato con don Fabio Corazzina, portavoce di Pax Christi:

R. – C’è la speranza che si risolva tutto al più presto, ma credo – a detta anche degli amici iracheni – che sia molto lontana. E questo perché a causa della guerra e dello sbandierare la sicurezza a tutti i costi contro il terrorismo si è generata in Iraq una situazione di assoluta impossibilità di controllo del territorio e di insicurezza nel quotidiano nei confronti delle persone. E il problema non riguarda soltanto i cristiani, poiché il sistema del rapimento per poter guadagnare soldi non credo che sia soltanto un modo per finanziare il terrorismo, ma purtroppo è un modo per finanziarie la criminalità più o meno organizzata. E’ diventato uno stile e un modo di vivere dentro l’Iraq: il che ci dice quanto effettivamente questo territorio sia assolutamente fuori controllo e ben lontano dal percorso democratico che noi volevamo portare. Questo deve farci riflettere parecchio, credo. Questa è la vera realtà. Le persone ci dicono che quando si è calpestati dalla violenza - che sia targata politica, che sia targata ideologia, che sia targata religione o criminalità – la gente soffre.







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