Il presidente russo Putin conferma il suo viaggio in Iran all'indomani della notizia
della preparazione di un attentato contro di lui - Prosegue la visita in Asia dell'inviato
dell'ONU per l'ex Birmania, Gambari, che chiede alla Giunta militare di mettere fine
agli arresti
E’ stato lo stesso presidente russo Putin a confermare la sua visita di due giorni
in Iran che prenderà il via questa sera. Stamani, un portavoce del Cremlino aveva
mostrato incertezza sull’arrivo a Teheran del presidente dopo la notizia di un attentato
in preparazione contro di lui. Putin parteciperà al vertice dei Paesi rivieraschi
del Mar Caspio, insieme con i delegati di Kazakhstan, Azerbaigian e Turkmenistan.
Dalla Germania, dove ha incontrato il cancelliere Merkel, il capo del Cremlino ha
anche espresso la speranza di avere “un dialogo diretto” con il presidente iraniano
Ahmadinejad per risolvere “in modo pacifico il problema del nucleare iraniano”. Oggi,
si attende il via libera alla prima centrale nucleare iraniana a Bushehr, grazie all’apporto
della Russia.
- Prosegue la visita di Condoleezza Rice in Medio Oriente, in
vista della Conferenza di pace programmata il mese prossimo negli Stati Uniti. Dopo
l’incontro con il premier israeliano Olmert, il segretario di Stato americano è arrivata
a Ramallah per un colloquio con il presidente palestinese, Abu Mazen. Al passaggio
in Cisgiordania, il suo convoglio è stato bloccato per la presenza di un auto sospetta.
Domani, la Rice è attesa in Egitto per incassare la disponibilità dei Paesi arabi
più moderati in vista del vertice nel Maryland. Mercoledì, nuovo round di colloqui
con israeliani e palestinesi.
- Resta incerto il bilancio dei violenti scontri
tra miliziani sciiti e forze irachene e americane scoppiati nella città di Diwaniyah.
Per alcune fonti, ci sono due civili morti e 19 feriti, per altre le vittime sarebbero
5. C’è attesa in Turchia dove il parlamento è riunito per dare il via libera alle
operazioni oltre confine contro i militanti curdi del PKK che hanno diverse basi nel
nord dell’Iraq. Si è mostrato contrario alla mozione il governo di Baghdad che ha
invitato Ankara ad astenersi da un intervento sul suo territorio.
- La possibile
offensiva turca nel nord dell’Iraq ed i conseguenti problemi ai rifornimenti mondiali
di greggio avrebbero fatto balzare il prezzo del petrolio che, oggi a New York, ha
toccato quota 85 dollari al barile, segnando così un nuovo record.
- Con una
lunga relazione, il presidente cinese, Hu Jintao, ha aperto a Pechino il 17.mo congresso
del Partito comunista, un appuntamento che si ripete ogni cinque anni e al termine
del quale vengono rinnovati i quadri del partito. Parlando ai 2.200 delegati, Hu Jintao
ha sottolineato la necessità di “migliorare la democrazia socialista” e di “governare
in base alle leggi”. Toni più duri invece sulla questione di Taiwan. Il leader del
Partito comunista ha auspicato un accordo di pace ma ha escluso ogni ipotesi di indipendenza
per l’isola, dichiaratasi autonoma dal 1949. Nel discorso di Hu Jintao, ha trovato
spazio anche “lo sviluppo sostenibile” e per quanto riguarda l’economia il presidente
ha promesso impegno per “accelerare la crescita delle multinazionali cinesi” e un
graduale aumento del tasso di cambio dello yuan.
- E’ in Asia l’inviato dell’ONU
per la Birmania, Ibrahim Gambari. Scopo del suo secondo viaggio è di intensificare
la pressione diplomatica su Yangon dove tornerà a breve. Giunto in Thailandia ha
subito lanciato un appello alla Giunta militare affinché cessi gli arresti. Il nostro
servizio:
“Profondo
sconcerto” ha risposto così il nigeriano Gambari alla notizia dei nuovi fermi, eseguiti
dal regime di Yangon, lo scorso fine settimana. Secondo le organizzazioni per i diritti
umani, sarebbero sei gli attivisti messi in prigione. Arresti “che contrastano - ha
detto l’inviato dell’ONU - con lo spirito di reciproco impegno” tra le Nazioni Unite
e la Birmania. L’emissario di Ban Ki-moon ha chiesto alla Giunta di sospendere la
politica di repressione e di favorire il rilascio di tutti i prigionieri politici.
Gambari ha parlato dalla Thailandia, prima tappa di una missione in Asia che ha lo
scopo di creare un fronte comune contro le violenze messe in atto dai militari. Il
diplomatico toccherà anche altri Paesi come la Malaysia, l’Indonesia, l’India, la
Cina ed il Giappone, per poi tornare in Birmania - la seconda volta in poco tempo
- e conferire nuovamente con la Giunta. Intanto, il premier thailandese, Surayud
Chulanont, ha lanciato l’ipotesi di colloqui multilaterali fra le Nazioni Unite, Yangon,
i dieci Paesi del sud-est asiatico membri dell’ASEAN (l'Associazione delle nazioni
del sud-est asiatico), l’India e la Cina, sul modello dei “colloqui a sei” che hanno
sbloccato la crisi nucleare nordcoreana. In Birmania, la stampa di regime accusa la
comunità internazionale di voler installare un governo sotto la sua influenza. I generali
avrebbero intenzione di rilanciare un progetto di sette punti, la “Roadmap per la
democrazia”. Un piano pensato nel 2003 per mettere fine alla dittatura.
-
Nella corsa alle presidenziali in Corea del Sud, fissate per dicembre, si aggiunge
il nome dell’ex ministro per l’Unificazione, Chung Dongyoung, scelto dalla coalizione
progressista di maggioranza. L’ex giornalista ha il difficile compito di recuperare
consensi su Lee Myungbaek, il candidato conservatore del Grande partito nazionale
di opposizione, che nei sondaggi avrebbe il 50 per cento. Fuori dai giochi l’attuale
capo dello Stato, Roh Moohyun, che, in base alla Costituzione, non può ricandidarsi
per un secondo mandato.
- In Togo, si è votato ieri per il rinnovo degli 81
seggi del parlamento. Positiva la valutazione del voto da parte degli osservatori
internazionali, che hanno vigilato su queste elezioni legislative, le prime in 13
anni cui abbiano preso parte tutti i partiti politici del Paese. Alta l’affluenza,
che ha superato il 50% dei 3 milioni di aventi diritto, 32 le liste in lizza. Per
un bilancio di questa importante tornata elettorale, sentiamo Giulio Albanese:
La valutazione
complessiva delle elezioni svoltesi ieri in Togo non può che essere positiva, a confermarlo
sono stati gli osservatori internazionali che hanno vigilato scrupolosamente sulle
operazioni di voto. Il risultato di questa consultazione potrebbe segnare la svolta
rispetto allo strapotere della famiglia del defunto presidente-padrone, Gnassingbè
Eyadema. Da segnalare che alle elezioni ha preso parte anche l’Unione delle
forze per il cambiamento, il partito del rivale storico di Eyadema, Gilchrist
Olimpio. La comunità internazionale ed in particolare l’Unione Africana e l’Unione
Europea guardano con grande interesse al risultato finale di questa consultazione,
non fosse altro perché il rilancio dell’economia dipende, secondo i tradizionali Paesi
donatori, dal grado di affidabilità della democrazia togolese. La principale risorsa
mineraria del Togo sono i fosfati, che costituiscono circa il 50 per cento delle esportazioni
complessive del Paese. I risultati della tornata elettorale si sapranno comunque solo
tra qualche giorno. (Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese)
- Grande partecipazione
in Italia alle primarie del Partito democratico. Oltre 3 milioni di persone hanno
votato per scegliere il leader della nuova formazione politica che sarà l’attuale
sindaco di Roma, Walter Veltroni. A metà scrutinio, il primo cittadino della capitale
è in testa con il 75,6 per cento delle preferenze, più distante Rosy Bindi al 14 ed
Enrico Letta con il 10,1 per cento. Il premier Prodi ha precisato che se le primarie
fossero state un fallimento il governo sarebbe saltato.
- Non ha provocato
né vittime né feriti l’esplosione avvenuta al terzo piano dell’ambasciata croata ad
Ankara. Le forze dell’ordine turche stanno accertando le cause dell’accaduto. (Panoramica
internazionale a cura di Benedetta Capelli)
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