2007-10-13 12:07:43

Inserire nella tradizione secolare della melodia liturgica le novità di maggior livello: l'auspicio di Benedetto XVI, durante la visita al Pontificio Istituto di Musica Sacra


Ventidue anni dopo la visita di Giovanni Paolo II, un Papa è tornato a visitare il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Benedetto XVI ha inaugurato stamattina le aree profondamente ristrutturate dell’Istituto, tornando a ribadire l’importanza del canto e della musica in ambito liturgico, il cui “antico tesoro” - ha detto - deve poter raggiungere una sintesi con la migliore evoluzione della melodia sacra moderna. La cronaca della visita nel servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3


Ha tre caratteristiche la musica “che canta con gli angeli”, la melodia sacra deputata all’accompagnamento liturgico: la “santità”, l’“arte vera”, l’“universalità”. Benedetto XVI ha ripetuto le tre qualità definite nel suo chirografo di quattro anni da Giovanni Paolo II, ultimo Pontefice a visitare il Pontificio Istituto di Musica Sacra nel 1985. Ed ha aggiunto, Benedetto XVI, un auspicio: che la grande “eredità del passato” possa aprirsi alle “novità valevoli del presente”, in un settore - quello della musica e del canto liturgico - che negli ultimi cento anni in particolare i Papi hanno preso a curare con grande attenzione. Fu infatti Pio X - ha ricordato questa mattina il Papa nel suo discorso ai docenti e agli studenti dell’Istituto - a creare nel 1911 la “Scuola superiore di musica sacra”, che successivamente Benedetto XV prima e Pio XI poi modificarono fino a raggiungere, sotto lo stesso Papa Ratti, l’attuale assetto di Pontificio Istituto. Benedetto XVI ha anzitutto ringraziato il cardinale Zenon Grocholewski, gran cancelliere dell’Istituto, quindi l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e i numerosi benefattori, tra i quali la “Fondazione pro Musica e Arte Sacra”, che a vario titolo hanno finanziato gli “imponenti lavori di restauro” inaugurati dal Papa. Ristrutturazioni e ammodernamenti che hanno riguardato la Biblioteca, la storica Sala Accademica - situata nell’antica sede dell’Istituto di Palazzo Apolinnare - e il grande organo posto sul palco della sala, donato nel 1932 a Pio XI da M.me Justine Ward.

 
In questa cornice, il Papa ha dunque ribadito quale sia la “missione” di una simile istituzione all’interno della Chiesa universale, già delineata dai documenti del Vaticano II:

 
“Muovendosi nella linea di una secolare tradizione, il Concilio afferma che essa 'costituisce un tesoro di inestimabile valore che eccelle tra le altre espressioni dell'arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne'”.

 
“Ben consapevole di ciò - ha proseguito il Papa - Giovanni Paolo II osservava che, oggi come sempre, tre caratteristiche distinguono la musica sacra liturgica”:

 
“La ‘santità’, l’‘arte vera’, l’‘universalità’, la possibilità cioè di essere proposta a qualsiasi popolo o tipo di assemblea. Proprio in vista di ciò, l’Autorità ecclesiastica deve impegnarsi ad orientare sapientemente lo sviluppo di un così esigente genere di musica, non ‘congelandone’ il tesoro, ma cercando di inserire nell’eredità del passato le novità valevoli del presente, per giungere ad una sintesi degna dell’alta missione ad essa riservata nel servizio divino”.

 
“Sono certo - ha concluso Benedetto XVI - che il Pontificio Istituto di Musica Sacra, in armonica sintonia con la Congregazione per il Culto Divino, non mancherà di offrire il suo contributo per un “aggiornamento” adatto ai nostri tempi delle preziose tradizioni di cui è ricca la musica sacra”. Prima di condedarsi dall’Istituto di Via di Torre Rossa, il Papa ha benedetto una lapide commemorativa della visita e ha osservato con interesse alcune opere della Biblioteca che gli sono state mostrate.







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