Leader musulmani scrivono al Papa e ai capi delle Chiese cristiane: lavoriamo insieme
per la pace. Il commento del cardinale Tauran
138 intellettuali e leader musulmani di tutto il mondo, sia sunniti che sciiti, hanno
indirizzato una lettera aperta a Benedetto XVI e agli altri capi delle Chiese cristiane
proponendo una solida cooperazione tra cristiani e musulmani per promuovere la pace
nel mondo. La lettera, datata 13 ottobre 2007 – in occasione della fine del Ramadan
- rileva che “musulmani e cristiani insieme rappresentano più della metà della popolazione
mondiale”. “Il futuro del mondo dipende – afferma dunque la lettera - dalla pace
tra musulmani e cristiani”. “Se cristiani e musulmani non sono in pace – si legge
nel documento – il mondo non può essere in pace”. Su questa lettera ascoltiamo il
commento del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio
per il Dialogo Interreligioso, al microfono di Giovanni Peduto:
R.
– Direi che si tratta di un documento molto interessante, perchè è un documento nuovo
poiché proviene sia dai musulmani sunniti, sia dai musulmani sciiti. E’ un documento
non polemico, con numerose citazioni sia dell’Antico Testamento, sia del Nuovo Testamento.
D. – Violenza e religione non possono andare insieme:
cosa devono fare a questo proposito i leader religiosi?
R.
– Invitare anzitutto i loro seguaci a condividere le tre convinzioni che sono contenute
nella lettera e quindi che Dio è unico; Dio ci ama e noi dobbiamo amare questo Dio;
Dio ci chiama ad amare il nostro prossimo. Direi che questo rappresenta un segnale
molto incoraggiante, poiché dimostra che la buona volontà e il dialogo sono capaci
di vincere i pregiudizi. E’ un approccio spirituale del dialogo interreligioso, che
chiamerei il dialogo delle spiritualità. I musulmani ed i cristiani devono rispondere
ad una unica domanda: per te Dio nella tua vita è veramente l’unico?