La Santa Sede sostiene gli sforzi di pace tra le Coree e il disarmo nucleare: così,
Benedetto XVI al nuovo ambasciatore coreano. Il Papa ribadisce la posizione della
Chiesa sulle cellule staminali
La pace tra le due Coree, il disarmo nucleare, la ricerca sulle cellule staminali
e, ancora, la libertà di insegnamento e la centralità della verità nell’attuale mondo
pluralista: sono i punti forti del discorso di Benedetto XVI al nuovo ambasciatore
di Corea presso la Santa Sede, Kim Ji-Young Francesco, ricevuto stamani per la presentazione
delle Lettere Credenziali. Nel suo indirizzo d’omaggio, l’ambasciatore ha ringraziato
il Papa per il suo impegno per la pace tra le Coree ed ha auspicato una visita del
Santo Padre in terra coreana. Il servizio di Alessandro Gisotti:
La Santa
Sede “sostiene ogni iniziativa volta ad una sincera e duratura riconciliazione” nella
penisola coreana, affinché si ponga fine alle ostilità e ai contrasti irrisolti. E’
quanto sottolineato da Benedetto XVI, che ha incoraggiato gli sforzi della comunità
internazionale per promuovere la pace tra le Coree e nella regione. Sottolineando
che il vero progresso si costruisce “sull’onestà e la fiducia”, il Papa ha esortato
il popolo coreano ad impegnarsi in un “dialogo aperto e fruttuoso” lavorando per “alleviare
il dolore di quanti soffrono per le ferite” dovute alla separazione. Ogni Stato, ha
detto ancora, “è chiamato ad assicurare un mondo più stabile e sicuro”. Di qui, la
speranza del Papa che la partecipazione ai negoziati di pace tra le Coree di diverse
nazioni porti anche “alla cessazione dei programmi diretti allo sviluppo e produzione”
di armi di distruzione di massa.
Ha così rivolto
il pensiero alla ricerca sulle cellule staminali, in ragione dei progressi ottenuti
dalla Corea nel campo della biotecnologia. Queste applicazioni, ha avvertito, devono
sempre rispettare la dignità della vita umana. “In nessuna circostanza – è stato il
suo richiamo – un essere umano deve essere manipolato o trattato come mero strumento
di sperimentazione”. La distruzione di embrioni umani, ha ribadito il Santo Padre,
“per l’acquisizione di cellule staminali o per altre finalità” contraddice l’intento
di ricercatori e legislatori cioè la promozione del bene dell’uomo. “La Chiesa – ha
aggiunto – non esita ad approvare e incoraggiare la ricerca sulle cellule staminali
somatiche”. E ciò per due motivi: da una parte, per i buoni risultati ottenuti attraverso
queste metodologie; dall’altra, perché sono in armonia con “il rispetto della vita
dell’essere umano ad ogni stadio della sua esistenza”. Il Papa ha ricordato che i
coreani hanno rifiutato le pratiche di clonazione umana. Un rifiuto, è stato il suo
auspicio, che potrà aiutare la comunità internazionale a considerare con attenzione
le “profonde implicazioni etiche e sociali della ricerca scientifica e delle sue applicazioni”.
Benedetto XVI non ha mancato di sottolineare la
straordinaria crescita della Chiesa cattolica in Corea, dovuta anche all’eroico esempio
di uomini e donne che hanno dato la vita per Cristo e per i propri fratelli. Il loro
sacrificio, ha affermato, ci ricorda l’urgenza di perseverare nella fedeltà alla verità.
Purtroppo, ha rilevato, nel mondo pluralista di oggi, alcuni arrivano perfino a negare
l’importanza della verità. Eppure, “la verità rimane la sola sicura base per la coesione
sociale”. La verità, ha proseguito, “non dipende dal consenso, ma lo precede e lo
rende possibile, generando un’autentica solidarietà umana”. La Chiesa, ha spiegato,
considerando il potere della verità per unire i popoli ed essendo sempre attenta al
desiderio della coesistenza pacifica, si impegna a rafforzare l’armonia sociale tanto
nella vita ecclesiale come in quella civica. Ancora, ha detto, la Chiesa non si stanca
di proclamare la verità sulla persona umana “come conosciuta attraverso la ragione
naturale e pienamente manifestata attraverso la rivelazione divina”. A conclusione
di questo denso discorso, Benedetto XVI si è soffermato sulla libertà d’insegnamento.
I governi, ha sottolineato, devono garantire ai genitori l’opportunità di mandare
i propri figli a studiare nelle scuole cattoliche “facilitando la realizzazione e
il finanziamento di tali istituzioni”.
L’ambasciatore Kim Ji-Young
Francesco, è nato il 24 marzo 1951. Sposato, due figli, è laureato in Lingua e Letteratura
tedesca alla Seoul National University. Si è specializzato in Politica Internazionale
presso l'Australia National University. Entrato in carriera diplomatica nel 1978,
ha ricoperto numerosi incarichi tra cui quello di consigliere di ambasciata in Myanmar
(1997-2000), vice-console generale a New York (2000-2002) e console generale in Vietnam
(2003-2006).