I vescovi indiani chiedono al proprio governo di intercedere sulla Giunta militare
al potere in Myanmar perché siano rispettati i diritti umani
La Chiesa cattolica indiana ha chiesto al governo di New Delhi di intraprendere passi
concreti per porre fine alle violazioni dei diritti umani in Myanmar. “L’India deve
avere un ruolo vitale in questa situazione”, ha affermato padre Nithiya Sagayam, segretario
della Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale indiana. “Non possiamo
restare tranquilli rispetto al fatto che i diritti umani vengono violati in un Paese
a noi confinante”, ha aggiunto il sacerdote la cui dichiarazione è stata ripresa dall’agenzia
Ucan. Sono quattro gli Stati indiani confinanti con l’ex Birmania: ieri a Imphal,
capitale del Manipur, si è svolta una marcia di preghiera in solidarietà con la popolazione
birmana oppressa dalla Giunta militare. L’arcivescovo locale, mons. Dominic Lumon,
ha dichiarato che la Chiesa domanda ai generali di “aprire colloqui senza precondizioni
con il movimento democratico di opposizione”. Padre Sagayam ha chiarito che la Chiesa
non si aspetta che il Governo indiano “interferisca” in affari interni del Myanmar,
ma che si adoperi per ristabilire la dignità umana in quel Paese: “E’ nostro dovere
lavorare per la pace”, ha detto il religioso. Di recente a New Delhi si è svolta una
Veglia di preghiera interreligiosa in solidarietà con il popolo birmano. (R.G.)