2007-10-11 08:03:40

Commissione del Congresso Usa condanna il genocidio armeno. La Turchia: un insulto


L’approvazione, negli Stati Uniti, di una risoluzione che definisce “genocidio” i massacri di armeni da parte dei turchi ottomani nel 1915 e nel 1916 rischia di danneggiare i rapporti tra Turchia e Stati Uniti. E’ quanto sostengono il governo turco e il presidente americano George W. Bush, contrario alla risoluzione caldeggiata dai Democratici. Secondo l’esecutivo di Ankara, si tratta di una mossa irresponsabile, in un momento molto delicato. Il nostro servizio:RealAudioMP3


La Commissione Affari Esteri del Congresso statunitense, a maggioranza democratica, ha approvato una risoluzione che definisce “genocidio” lo sterminio, durante la Prima Guerra Mondiale, di centinaia di migliaia di armeni. La risoluzione andrà adesso in aula per il voto previsto a metà novembre. Il presidente George W. Bush teme riflessi sulla politica americana in Medio Oriente. Secondo Bush, eventi lontani nel tempo rischiano di provocare gravi danni alle relazioni con un alleato chiave nella guerra contro il terrorismo. La reazione della Turchia, membro della NATO, è stata immediata: il capo di Stato turco, Abdullah Gul, definisce un "insulto" la risoluzione e ha minacciato “di ridurre il sostegno logistico alle truppe americane in Iraq” e di chiudere lo spazio aereo turco ad aerei militari americani. Quest’ultima minaccia avrebbe conseguenze immediate: nella Turchia meridionale si trova infatti la base statunitense da dove partono i velivoli diretti in Iraq e in Afghanistan. Secondo diversi osservatori, una crisi nei rapporti tra governi turco e statunitense potrebbe inoltre portare la Turchia ad approfondire i propri legami con l’Iran e ad allentare la pressione economica sulla Siria. Questa linea comporterebbe anche un inevitabile deterioramento dei rapporti con Israele. Ancora oggi i dati sullo sterminio degli armeni sono contrastanti: secondo fonti indipendenti sarebbero state uccise più di un milione e mezzo di persone. Fonti armene parlano di 3 milioni di vittime, mentre secondo fonti turche i morti sono circa 200 mila. Secondo molti storici, dal massacro, perpetrato contro quella che era considerata una minoranza pericolosa per l’integrità dell’allora Impero Ottomano ormai vicino al tramonto, si salvò solo chi riuscì a fuggire in Europa e chi abitava nella parte orientale del territorio storicamente armeno. Questa area, poco più grande di Piemonte e Valle D’Aosta, è stata inizialmente inglobata nell’ex Unione Sovietica e successivamente, nel 1991, è stata dichiarata indipendente dando vita all’attuale Repubblica armena.

Stefano Leszczynski ha chiesto ad Antonio Stango, presidente del Comitato italiano Helsinki per i diritti umani, che cosa comporti questa situazione per le relazioni tra Turchia e Stati Uniti:RealAudioMP3








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