2007-10-09 14:05:28

Conoscenza e missione del cristiano nel mondo di oggi: celebrata su questi temi l'inaugurazione del nuovo anno accademico nelle Università Gregoriana, Urbaniana e della Santa Croce


La conoscenza come strumento di missione: è quanto emerge dagli interventi in occasione delle due cerimonie di inaugurazione dell’Anno accademico, all’Università Urbaniana e all’Università Santa Croce, ieri a Roma. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3


“Senza l’amore per gli altri, soprattutto per i poveri, ogni scienza è inutile”: lo ribadisce il cardinale Ivan Dias ai professori e alunni dell’Università Urbaniana ricordando la parabola del Buon Samaritano. Sottolinea che l’impegno universitario aiuta ad “entrare con lo studio nella conoscenza dei misteri divini” per indicare così il fine: “Condurre la nostra battaglia per il bene con l’intelligenza di una ragione nutrita dalla fede e dalla carità”. E sottolinea quanto sia importante “in un mondo dove tutto - dice - sembra diventare provvisorio, persino le scelte di vita, in cui tutto viene messo in discussione e l’uomo si sente padrone assoluto della vita e della morte”. In un mondo - aggiunge - in cui “la distanza con i poveri è diventata un abisso, in cui la paura porta al fastidio, al disprezzo e persino alla violenza nei loro confronti”. Anche il prelato dell’Opus Dei e gran cancelliere dell’Università Pontificia della Santa Croce, mons. Javier Echevarrìa, si sofferma sulla “necessità di rinnovare la vita accademica e spirituale” quale “percorso necessario per compiere la missione che il Signore ci ha affidato”. Mons. Echevarria fa riferimento a un contesto difficile, parlando di una “società gravata da una crisi di cultura e di identità” e dell’università quale luogo tra i più qualificati per “tentare di trovare le strade opportune per uscire da questa situazione”. Da parte sua, il rettore mons. Mariano Fazio ha sottolineato che il magistero di Benedetto XVI fa “prendere coscienza del fatto che il continuo interagire della fede e la ragione allarga la visione dell’uomo e lo rende capace d’intravedere le soluzioni ai gravi problemi che pone il nostro tempo”.


 
Nel pomeriggio di ieri, si è solennemente inaugurato anche il nuovo anno accademico della Pontificia Università Gregoriana. Il servizio di Marco Cardinali:RealAudioMP3


 
Secondo una consolidata tradizione, la solenne cerimonia si è svolta nella suggestiva cornice della Chiesa di Sant'Ignazio a Roma, con una Messa votiva allo Spirito Santo presieduta dal magnifico rettore della Gregoriana, il gesuita padre Gianfranco Ghirlanda, che nella chiesa gremita di professori e studenti provenienti da ogni parte del mondo ha dichiarato aperto il 457° anno accademico dalla fondazione. Erano presenti i membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede e il Quirinale e numerose autorità religiose e civili. Dopo il canto del Veni Creator, il rettore dell'ateneo ha tenuto la sua prolusione ricordando le parole di apprezzamento che il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto alla Gregoriana nella sua visita del 3 novembre 2006, nella quale ricordava che "la fatica dello studio e dell'insegnamento, per avere un senso in relazione al Regno di Dio, deve essere sostenuta dalle virtù teologali". Il Santo Padre aveva invitato la Gregoriana a coniugare la costante fedeltà alla propria storia e tradizione per non perdere le proprie radici, con uno spirito creativo che, con saggio discernimento, sappia aprirsi alla realtà attuale e quindi rispondere alle necessità della Chiesa e del mondo di oggi.

 
Un impegno ribadito dal rettore, affinché si realizzi ancora oggi lo scopo dell'Università: formare intellettualmente, ma anche spiritualmente in una visione integrale, che prepari ad un servizio qualificato nella Chiesa e nella società. La Gregoriana di oggi è, dunque, radicata nel passato, attenta al presente e protesa al futuro ed è così che la Gregoriana entra, ha concluso il rettore magnifico, nel processo di integrazione delle università europee, con la sua peculiare natura di università, "che geograficamente è in Europa, ma che per sua natura è universale, sia per la visione universale che Sant'Ignazio ha immesso nel Collegio Romano fin dagli inizi - visione da sempre propria della Compagnia di Gesù, che la rende attenta all'interculturalità e all'inculturazione - sia per il suo particolare legame con il Romano Pontefice, che ne è il supremo moderatore, sia per gli studenti e i docenti, provenienti dai cinque continenti" . Inserendosi in questo percorso con questa sua vocazione all'universalità, la Gregoriana potrà dare un valido contributo, affinché culturalmente l'Europa rimanga aperta alle varie altre culture cosciente della sua identità.







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