Padre Lombardi: nessun coinvolgimento del Vaticano nei progetti del Centro Sportivo
Italiano con l'Ancona Calcio
L’Ancona Calcio, società italiana di serie C1 e il Centro Sportivo Italiano, hanno
concluso un accordo che prevede l’applicazione di un codice etico nella conduzione
della società marchigiana, con un nuovo modello di gestione finanziaria, e, tra l’altro,
la diffusione della cultura sportiva tra i tifosi ed il sostegno ad iniziative sociali
nel Terzo Mondo. In cambio, il C.S.I. si impegna a rafforzare l’Ancona con la ricerca
di sponsor per la squadra. La stampa, italiana e straniera, ha attribuito l’iniziativa
al Vaticano e alla Conferenza episcopale italiana, sottolineando inoltre come il “progetto
Ancona” possa “essere il viatico per l’allestimento da parte del Vaticano di una nazionale
Vaticana”. Luca Collodi ha chiesto a padre Federico Lombardi, direttore
generale della Radio Vaticana e della Sala Stampa della Santa Sede, se il Vaticano
e gli stessi vescovi italiani sono coinvolti nell’iniziativa:
R. –
A me sembra che il Vaticano e la Conferenza episcopale italiana non c’entrino assolutamente
niente. Ci sono delle iniziative che hanno delle finalità positive ed apprezzabili
e se le intenzioni che sono state dichiarate possono effettivamente realizzarsi, questa
è certamente una cosa buona. Ma da qui al fatto di attribuire l’iniziativa o la responsabilità
di una iniziativa al Vaticano e alla Conferenza episcopale, diciamo che ce ne passa.
Il Vaticano proprio non c’entra assolutamente nulla e, per quanto mi consta, neppure
la Conferenza episcopale italiana. Forse il vescovo di Ancona ne è stato informato,
ma a cose – diciamo – già impostate. Non bisogna, quindi, attribuire alla Chiesa delle
responsabilità che non ha, anche se può vedere positivamente degli impegni di laici
cattolici impegnati nei vari campi, compreso quello dello sport.
D.
– Mercoledì prossimo, la società Ancona Calcio parteciperà all’udienza del Papa. Che
significato può avere?
R. – Alle udienze generali
partecipano tutte le persone che hanno chiesto di venire ad ascoltare, a vedere il
Santo Padre ed anche a salutarlo. Fra questi, di tanto in tanto ci sono anche dei
gruppi di sportivi. Così anche per questa udienza di mercoledì se sarà presente la
squadra dell’Ancona, che ha chiesto di essere ricevuta, perché non farla essere presente?
Non è che con questo il Papa abbia sponsorizzato o abbia preso responsabilità sul
funzionamento dello squadra.
D. – Padre Lombardi,
dal sito del Centro Sportivo Italiano del Comitato Provinciale di Roma si legge che
“il progetto Ancona Calcio potrebbe essere il viatico per l’allestimento da parte
del Vaticano di una nazionale vaticana, come - si legge – da tempo nei sogni del
cardinale Bertone”…
R. – Io credo che il cardinale
Bertone avesse fatto una battuta spiritosa su questo, in una delle occasioni in cui
ha parlato – come sappiamo – positivamente dell’aspetto educativo, dei valori positivi
che ci possono essere nello sport ed anche in particolare nel mondo del calcio. Non
mi risulta, però, che ci sia nessuna iniziativa seria in questo senso. Il calcio in
Vaticano ha pure una sua storia come forma di incontro e di animazione comunitaria
fra il personale delle diverse istituzioni, ma di qui a pensare ad una nazionale vaticana,
che entri nel campo agonistico, ce ne va e mi pare che siano favole.
D.
– Perché la stampa dà queste notizie che sono poi, in qualche modo, ridimensionate
e addirittura sono a volte non vere e perché la Chiesa, i vescovi e il Papa si ritrovano
spesso a “sponsorizzare” iniziative che non sono loro?
R.
– Mi sembra che sia una dinamica abbastanza comune, quella di dare notizie che suscitano
una certa curiosità e che possono apparire originali e, quindi, richiamano l’attenzione.
Se sono poi coinvolte anche personalità della Chiesa o istituzioni della Chiesa, questo
contribuisce alla curiosità. Quando si va poi a vedere veramente di cosa si tratta,
si vede però che nella grandissima parte dei casi il fondamento non c’è. Quindi se
vediamo le cose nella loro obiettività vengono ridimensionate, senza bisogno di fare
particolari tragedie o di essere particolarmente sorpresi se questo avviene.