Mons. Comastri: il Rosario, una preghiera semplice e profonda che affratella tutti
“Recitare con fede la corona del Rosario per la pace nelle famiglie, nelle nazioni
e nel mondo intero”: è l’esortazione lanciata ieri durante l’Angelus da Benedetto
XVI in occasione della memoria della Beata Vergine Maria del Rosario. Il Papa ha ricordato
che "il Rosario è un mezzo donato dalla Vergine per contemplare Gesù e, meditandone
la vita, amarlo e seguirlo sempre più fedelmente". Ma su questa antica e sempre nuova
preghiera ascoltiamo la riflessione dell’arcivescovo Angelo Comastri, vicario
del Papa per lo Stato della Città del Vaticano. L'intervista è di Davide Dionisi:
R. -
Il Rosario è una preghiera che non invecchia, perchè innanzitutto è una preghiera
semplice. Si può dire che sia una preghiera talmente semplice da affratellare tutti.
Nello stesso tempo è una preghiera profonda, perchè è una preghiera cristologica.
Giovanni Paolo II lo sottolineò in modo particolare: il Rosario ci fa meditare la
vita di Gesù insieme a Maria. Infine, è una preghiera umile, perché è una preghiera
ripetitiva. E chi ripete è umile. Non c’è cosa più gradita a Dio dell’umiltà. Nello
stesso tempo è una preghiera di affetto. Quando si vuol bene ad una persona, la stessa
cosa si ripete mille volte. Una mamma non si stanca di dire ad un figlio “ti voglio
bene” e un figlio non si stanca di dire alla mamma “ti voglio bene”. E’ la preghiera
adatta alla singola persona, ma nello stesso tempo anche all’intera famiglia. Quando
nelle famiglie si recita il Rosario, la vita diventa diversa.
D.
– Il Rosario è una preghiera, dunque, che conduce a Gesù...
R.
- Il Rosario è una preghiera che immette nel mistero di Cristo, che introduce nella
comunione con Gesù. Maria, quindi, ama il Rosario, perché Maria vuole questo: vuole
portarci a Gesù. Qualcuno stoltamente ha detto che la devozione a Maria potrebbe allontanare
da Gesù, ma questo è impensabile, perché Maria sulle labbra ha un solo nome: Gesù.
“Fate quello che Lui vi dirà. Qualunque cosa Gesù vi dirà voi fatela, voi ascoltatela”.
E questo è il compito di Maria, questa è la missione di Maria: non tenerci stretti
a sé, ma portarci a Gesù. E siccome il Rosario è una preghiera che porta a Gesù, anzi
fa camminare sulle orme di Gesù, è una preghiera particolarmente cara a Maria. Si
può dire che è la preghiera che compie la sua missione. E’ la preghiera attraverso
la quale Maria ci introduce nell’intimità con Gesù, nella comunione con Gesù e, quindi,
ci aiuta a diventare più credenti, ci aiuta a diventare più cristiani. Perché diventando
mariani, si diventa cristiani.
D. – Nella Lettera
apostolica “Rosarium Virginis Mariae” Giovanni Paolo II scrisse che attraverso il
Rosario il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria. Che cos’è la scuola di
Maria, per le famiglie di oggi?
R. – Maria è la donna
che ci educa alla libertà. Oggi noi viviamo un autentico sbandamento nei confronti
della libertà. Per molti il capriccio è libertà, per molti l’egoismo è libertà, per
molti la cattiveria stessa è libertà. Non sappiamo più cosa sia la libertà. Maria
ci educa alla libertà, perchè Maria ci educa al sì, al sì a Dio. La vetta più alta
della libertà umana è il momento in cui Maria, nella piccola casa di Nazareth rispondendo
all’annuncio dell’Angelo dice: “Eccomi, io sono la schiava del Signore”. In quel momento
Maria divenne la donna più libera.