2007-10-07 10:17:54

Messaggio del Papa ai partecipanti alla Marcia della Pace Perugia Assisi, che quest'anno pone l'accento sul tema dei diritti umani


Un saluto ''beneaugurante'', ha rivolto oggi Benedetto XVI a tutti i partecipanti della Marcia della pace, in un messaggio a firma del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, inviato a mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, meta finale del Corteo partito stamane da Perugia. Ricordando la sua recente visita ad Assisi, il Santo Padre ''rinnova l'appello alla comunità internazionale per una pacifica soluzione dei conflitti nelle varie regioni del mondo'', auspicando “che l'esempio evangelico di San Francesco nell'ottavo anniversario della sua conversione a Cristo susciti nei credenti rinnovata coscienza della preziosa realtà della pace quale dono di Dio ed esigente dovere di ciascuno''. ''Memore in particolare del 60mo anniversario della dichiarazione ONU dei diritti umani'', Benedetto XVI ''esorta ad un sempre generoso impegno per la tutela della dignità della persona e la promozione della cultura della solidarietà per un efficace contributo all’autentico progresso umano''.

E, dalla Marcia della Pace è giunto un appello perché “il mondo ha bisogno urgente di una politica nuova e di una cultura politica non violenta fondata sui diritti umani”. Un appuntamento di rilievo, la Marcia per tutti coloro che dedicano il proprio impegno all’obiettivo di costruire un futuro di pace e solidarietà, come ha ribadito lo stesso presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, nel telegramma inviato ai coordinatori della Tavola della Pace. L’edizione di quest’anno, alla quale hanno aderito oltre 1500 organizzazioni, pone l’accento sul tema dei diritti umani quale premessa per realizzare una pace che non sia semplice assenza di guerra, ma effettiva capacità di rispettare ogni persona e di favorirne la crescita umana e sociale, senza distinzioni di sesso, razza, religione o opinione politiche. Davide Dionisi ha chiesto ad uno dei coordinatori dell’evento, Flavio Lotti, quali sono le finalità di questa iniziativa? RealAudioMP3


R. – Quello di rimettere le persone al centro, riscoprire il valore indiscutibile della dignità della persona. E’ una marcia che vuole cercare di richiamare l’attenzione sulla necessità di responsabilità di tutti. I diritti umani, la costruzione della pace sono impegni che riguardano ciascuno di noi.

 
D. – La marcia della pace ha avuto un avvio simbolico, lo scorso 15 settembre, negli slum di Nairobi. Perché questa scelta?

 
R. – Perché se c’è un diritto oggi violato più di tutti nel mondo, è quello alla vita. Questo diritto viene negato ai poveri. La povertà è di per sé la più grande violazione dei diritti umani. Quando uno è povero non ha diritto al cibo, non ha diritto all’acqua, non ha diritto alle cure mediche, ad una casa, ad un lavoro. Abbiamo voluto unire, simbolicamente, il nostro percorso per i diritti umani con l’impegno quotidiano di coloro che vivono nelle zone più povere, più difficili della terra. E Nairobi è certamente una di queste.

D. – Quali le novità di quest’anno, oltre alla solidarietà espressa al popolo del Myanmar e alla lotta non violenta, che i monaci stanno sostenendo in questi giorni?

 
R. – Con questa marcia intendiamo estendere un grande abbraccio di solidarietà a tutte le persone, le genti, i popoli che ancora oggi sono privati dei loro fondamentali diritti: persone che vengono uccise, torturate, seviziate, persone che ancora oggi non hanno la possibilità di mangiare, di avere un giaciglio dove poter andare a riposare. Noi con questa marcia vorremmo tentare di riconnettere il nostro impegno con quello di coloro che in tutto il mondo stanno lottando quotidianamente contro tutte queste grandi e piccole violazioni dei diritti umani.







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