A Pompei, migliaia di fedeli per la recita della Supplica alla Beata Vergine Maria
del Santo Rosario
Nella città mariana di Pompei, continuano le celebrazioni per il mese di ottobre,
dedicato al Santo Rosario. Il sostituto della segretaria di Stato, mons. Fernando
Filoni, ha presieduto questa mattina una solenne concelebrazione eucaristica per celebrare
l'odierna memoria della Beata Maria Vergine del Rosario. L’arcivescovo ha portato
il saluto di Benedetto XVI e sottolineato, durante l’omelia, come in questa gioiosa
festa mariana, si rinnovi l’invito a rivolgersi “con fiducia alla Madonna con l’antica
e sempre nuova preghiera del Rosario”. La corona del Rosario – ha aggiunto – è "segno
di riconciliazione e di condivisione che ci unisce a Dio e fra noi”. Subito dopo la
concelebrazione eucaristica, è stata recitata la Supplica, scritta nel 1883 dal beato
Bartolo Longo, fondatore della città di Pompei e del santuario, in risposta all’Enciclica
“Supremi apostolatus officio” di Papa Leone XIII. La Supplica è stata tradotta in
una decina di lingue e viene recitata contemporaneamente in diverse parti della terra,
da New York a Buenos Aires, da Toronto a Sydney, da Johannesburg a Caracas. Come mai
questa preghiera ha avuto un così grande e universale impatto nella pietà popolare?
Giovanni Peduto lo ha chiesto a mons. Francesco Paolo Soprano, rettore
del santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei:
R.
– La preghiera esprime il sentimento del cuore. E’ la preghiera del cuore, del sentimento
che si è radicata nel cuore dei fedeli. Ecco perchè il Rosario, la Supplica, sono
le preghiere del cristiano che con il cuore si rivolge alla Madre, per incontrare
il Cristo, come ci ricordava il servo di Dio Giovanni Paolo II: contemplare con Maria
il volto di Cristo. E il Rosario e la Supplica ci invitano, ci spronano ad incontrare
Cristo: Cristo nella Chiesa e Cristo nel mondo.
D.
– A distanza di 124 anni da quando scaturì dal cuore e dalla penna di Bartolo Longo,
la Supplica è ancora attuale come formula di preghiera?
R.
– Io credo che la Supplica sia una delle forme più attuali di preghiera, proprio per
intuito profetico del Beato Bartolo Longo. Nella Supplica ci sono dei riferimenti
all’Europa, che certamente nel 1883 era un’idea ancora lontana. Bartolo Longo invita
a pregare per l’Italia, per l’Europa e per il mondo. Un altro elemento da sottolineare
nella Supplica, di grande attualità, è la pace universale. Insieme alla preghiera
della Supplica, Bartolo Longo il 5 maggio del 1901 inaugurò il monumento alla pace
universale, che è la facciata di questa Basilica. E la Supplica è la preghiera speciale
per la pace tra tutti i popoli, la pace universale. Credo che siano temi attualissimi:
l’unità europea, la pace universale, la preghiera per la Chiesa, non solo per il Papa,
ma anche per i vescovi, per i sacerdoti, e per tutti i fedeli laici. Intuizioni, queste,
impensabili se pensiamo al 1883. A distanza di tanti anni, la Supplica diventa, quindi,
una preghiera attualissima nella vita della Chiesa.