Myanmar: l'ONU prepara una risoluzione di condanna del regime militare
Un progetto di risoluzione che condanna la repressione violenta della Giunta militare
birmana sta circolando in Consiglio di Sicurezza dell’ONU. La bozza, proposta da Stati
Uniti, Gran Bretagna e Francia, segue l’intervento a porte chiuse dell’inviato delle
Nazioni Unite nel Paese asiatico, Ibrahim Gambari, che ha parlato dell’impossibilità
di ritornare alla situazione politica precedente alla crisi. Il nostro servizio:
00:01:37:06
Condanna delle violenze attuate dal regime birmano sui
manifestanti, la scarcerazione di tutti i prigionieri politici e l’invito al dialogo
tra i militari e l’opposizione. Sono i tre cardini della risoluzione che i tre membri
permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna,
stanno mettendo a punto. Una bozza, probabilmente in discussione lunedì, che riflette
le linee di intervento tracciate ieri, nella sua audizione, dall’inviato di Ban-Ki-moon
in Birmania, Ibrahim Gambari. Quest’ultimo ha parlato della necessità di invertire
la rotta nel Paese asiatico, tenendo conto delle rimostranze della piazza, non escludendo
una nuova missione a Yangoon per novembre. Nonostante il consenso tra i Quindici nel
condannare la mano pesante della Giunta, si segnalano spaccature sull’opportunità
di sanzioni: da una parte gli Stati Uniti, dall’altra la Cina contraria a provvedimenti
che potrebbero portare ad uno scontro e all’interruzione del dialogo tra le autorità
birmane e la comunità internazionale. Pechino, storico alleato del Myanmar, non esclude
di ricorrere al diritto di veto bloccando di fatto qualsiasi provvedimento contro
la Giunta. Intanto nel Paese, la tv di Stato ha ammesso l’irruzione dell’esercito
in 18 monasteri buddisti, l’arresto di più di 700 persone ed ha reso noto che solo
109 religiosi restano in prigione. Diverse le cifre dell’opposizione che denuncia
migliaia di arresti e centinaia di scomparsi. Ancora non attivo il collegamento ad
internet, che aveva ripreso a funzionare soltanto ieri sera. Per oggi, Amnesty International
ha promosso una giornata di mobilitazione mondiale contro il regime birmano; manifestazioni
sono in programma in una decina di Paesi: a Parigi l’appuntamento è davanti all’Ambasciata
cinese per chiedere a Pechino di fare pressioni sulla Giunta militare.