2007-10-06 15:13:39

Myanmar: l'ONU prepara una risoluzione di condanna del regime militare


Un progetto di risoluzione che condanna la repressione violenta della Giunta militare birmana sta circolando in Consiglio di Sicurezza dell’ONU. La bozza, proposta da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, segue l’intervento a porte chiuse dell’inviato delle Nazioni Unite nel Paese asiatico, Ibrahim Gambari, che ha parlato dell’impossibilità di ritornare alla situazione politica precedente alla crisi. Il nostro servizio: 00:01:37:06

Condanna delle violenze attuate dal regime birmano sui manifestanti, la scarcerazione di tutti i prigionieri politici e l’invito al dialogo tra i militari e l’opposizione. Sono i tre cardini della risoluzione che i tre membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, stanno mettendo a punto. Una bozza, probabilmente in discussione lunedì, che riflette le linee di intervento tracciate ieri, nella sua audizione, dall’inviato di Ban-Ki-moon in Birmania, Ibrahim Gambari. Quest’ultimo ha parlato della necessità di invertire la rotta nel Paese asiatico, tenendo conto delle rimostranze della piazza, non escludendo una nuova missione a Yangoon per novembre. Nonostante il consenso tra i Quindici nel condannare la mano pesante della Giunta, si segnalano spaccature sull’opportunità di sanzioni: da una parte gli Stati Uniti, dall’altra la Cina contraria a provvedimenti che potrebbero portare ad uno scontro e all’interruzione del dialogo tra le autorità birmane e la comunità internazionale. Pechino, storico alleato del Myanmar, non esclude di ricorrere al diritto di veto bloccando di fatto qualsiasi provvedimento contro la Giunta. Intanto nel Paese, la tv di Stato ha ammesso l’irruzione dell’esercito in 18 monasteri buddisti, l’arresto di più di 700 persone ed ha reso noto che solo 109 religiosi restano in prigione. Diverse le cifre dell’opposizione che denuncia migliaia di arresti e centinaia di scomparsi. Ancora non attivo il collegamento ad internet, che aveva ripreso a funzionare soltanto ieri sera. Per oggi, Amnesty International ha promosso una giornata di mobilitazione mondiale contro il regime birmano; manifestazioni sono in programma in una decina di Paesi: a Parigi l’appuntamento è davanti all’Ambasciata cinese per chiedere a Pechino di fare pressioni sulla Giunta militare.







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