Mons. Mamberti all’ONU: non può esserci pace senza libertà religiosa
“Un dialogo ad alto livello interreligioso e interculturale per la comprensione e
la cooperazione in favore della pace”: questo, il tema dell’intervento pronunciato
ieri a New York dall’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario della Santa Sede per
i Rapporti con gli Stati, in occasione della 62.ma Sessione dell’Assemblea Generale
dell’ONU. Il servizio di Roberta Moretti:
“Non può
esserci pace senza comprensione e cooperazione tra le religioni. Non può esserci comprensione
e cooperazione tra le religioni senza la libertà religiosa”. Mons. Mamberti sottolinea
che la religione è “essenzialmente una questione di pace” e ne ribadisce l’assoluta
incompatibilità con la violenza e il terrorismo. Proprio il rispetto della libertà
religiosa, secondo il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, “smaschererebbe
la pretesa di alcuni terroristi di avvalersi della religione per giustificare le loro
azioni ingiustificabili”. Perché venga salvaguardata e promossa la libertà religiosa,
espressione della dignità dell’uomo – sottolinea il presule - è necessaria un’azione
forte degli Stati, ma anche un’assunzione di responsabilità da parte delle religioni
stesse. Sul modello degli incontri di Assisi tra i leader religiosi mondiali nel 1986,
nel 1993 e nel 2002, subito dopo l’attentato dell’11 settembre 2001, mons. Mamberti
esorta a organizzare incontri interreligiosi “ad alto profilo” anche a livello nazionale
e locale. Sarà possibile, così, avviare sul territorio e nelle varie comunità programmi
di educazione alla non-violenza, al dialogo, al rispetto, al perdono, alla giustizia
e, così, cooperare allo sviluppo e contribuire concretamente alla pace nelle zone
di conflitto. “In un’epoca in cui il cosiddetto scontro di civiltà sta prendendo piede
in alcune aree – conclude – le religioni hanno lo speciale compito di far risplendere
nuovi sentieri di pace, tutte insieme e in cooperazione con gli Stati e le organizzazioni
internazionali”.