All'Augustinianum di Roma, l’Atto accademico per la Beatificazione dei 498 martiri
spagnoli del XX secolo. Intervista con Encarnacion Gonzalez Rodriguez
Hanno trascorso la loro esistenza cercando il bene, hanno sofferto, hanno perdonato
coloro che li aggredivano, hanno donato la loro vita per amore di Cristo: è quanto
accomuna i 498 martiri del XX secolo in Spagna, che saranno beatificati a Roma il
28 ottobre. Ieri sera, all’Istituto Patristico Augustinianum di Roma si è svolto
un Atto accademico per ricordare la loro testimonianza di fede, che invita a riconoscere
la forza e l’azione della grazia di Dio nella debolezza della storia umana. Sono intervenuti
all’evento lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, mons.
Vicente Cárcel Ortí, studioso della Storia della Chiesa in Spagna e il padre gesuita
Juan Antonio Martínez Camino, segretario generale della Conferenza Episcopale Spagnola.
Tiziana Campisi ha chiesto alla professoressa, Encarnación González Rodríguez,
direttrice dell’Ufficio per le Cause dei Santi della Conferenza episcopale spagnola
e curatrice del volume “Chi sono e da dove vengono”, di tracciare un profilo di questi
martiri:
R. -
Un numero grande, 498, tra i quali ci sono due vescovi, 24 sacerdoti secolari, 462
membri di istituti di vita consacrata, un diacono, un seminarista e sette laici. Tutti
esprimono diversi modi di appartenere alla Chiesa, ma lasciano una testimonianza comune:
hanno preferito l’amore per Gesù Cristo alla propria vita e l’hanno preferito con
gioia, consapevoli delle conseguenze che avrebbero vissuto non rinunciando alla fede.
Hanno dato questa testimonianza perdonando i loro persecutori, tante volte in un modo
esplicito.
D. - Lei ha scritto un libro “Chi sono
e da dove vengono” ed ha potuto conoscere più da vicino ciascuno di questi 498 martiri.
Ce ne può segnalare qualcuno in particolare?
R. -
Per me, è molto difficile segnalarne qualcuno perché tutti sono ugualmente importanti.
Mi viene in mente un Salesiano di 16 anni - un giovane capace di preferire la fedeltà
a Gesù Cristo alla propria vita - ed anche un religioso Trinitario di 78 anni. Sono
il più giovane e il più anziano di questo gruppo di martiri. Alcuni sono stati uccisi
soltanto con uno sparo, altri, invece, hanno sofferto un martirio veramente crudele.
Quello che colpisce di più della vita di questo numeroso gruppo è che 145 di loro
hanno tra i 20 e i 30 anni di età, si tratta cioè di persone molto giovani che avevano
una fede profonda da testimoniare, così salda da non poter rinunciare ad essa.
D.
- Stupisce anche l’elevato numero di questi testimoni?
R.
- Il numero dei martiri nella Spagna è stato veramente molto elevato. La maggior parte
sono stati martirizzati tra luglio e novembre del 1936, periodo nel quale c’è stata
una delle persecuzioni religiose più grandi di tutta la storia della Chiesa per l’elevato
numero dei martiri e anche per il breve spazio di tempo.
D.
- La Conferenza episcopale spagnola ha redatto un messaggio proprio sulla Beatificazione
di questi 498 martiri. Che risonanza ha avuto?
R.
- Ha avuto, io direi, grande accoglienza. E’ stato anche molto diffuso. Direi quindi
che ha avuto un’ottima risonanza.