La riunione a Ravenna della Commissione mista cattolica-ortodossa: intervista con
il cosegretario cattolico della Commissione.
A partire da lunedì 8 ottobre, fino al lunedì successivo, 15 ottobre, a Ravenna
si tiene la 10.ma Assemblea plenaria della Commissione mista internazionale per il
dialogo teologico tra rappresentanti ufficialmente nominati della Chiesa cattolica
da un lato e da tutte le Chiesa ortodosse dall’altro. Giovanni Peduto ha intervistato
il cosegretario cattolico della Commissione mista, mons. Eleuterio Fortino, che è
anche sottosegretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei cristiani:
D. – Mons. Fortino, l’argomento principale al centro di questo incontro...
R.
– Si continua la conversazione iniziata due anni fa a Belgrado sul tema così formulato:
“Conseguenze ecclesiologiche e canoniche della natura sacramentale della Chiesa”.
Il tema preciso è: “Comunione ecclesiale, conciliarità e autorità”. A Belgrado, il
documento è stato discusso per la gran parte ed è stato considerato il tema dell’autorità
nella Chiesa, la conciliarità e la sinodalità della Chiesa a livello locale e a livello
regionale. Attualmente si è cominciato a studiare la conciliarità e l’autorità della
Chiesa a livello universale. Questo implica lo studio del tema dei Concilii ecumenici
come autorità nella Chiesa universale e del ruolo del Vescovo di Roma nella comunione
delle Chiese.
D. – Mons. Fortino, a suo parere come procede il dialogo teologico
cattolico-ortodosso? Ci sono dei punti particolari su cui si spera un progresso?
R.
– Noi speriamo sicuramente di affrontare nella prossima sessione, a carattere generale,
l’autorità a livello universale nella Chiesa, perchè occorre, è necessario fare dei
progressi. Probabilmente il tema preciso del ruolo del Papa nella Chiesa non sarà
esaurito in questa sessione, ma è necessario porre dei presupposti concordati, comuni,
per cui si possa discutere il problema. Già nel documento di Valamo, nel 1988, si
era detto che è nella prospettiva della comunione tra le Chiese locali che potrebbe
essere affrontato il tema del primato nell’insieme della Chiesa, e in particolare
quello del primato del Vescovo di Roma. E’ in questa linea e in questa prospettiva
che si spera di poter fare dei progressi nella comprensione e negli accordi.
D.
– Cosa fare allora per una migliore comprensione reciproca tra cattolici e ortodossi?
R.
– Questo dialogo ha sottolineato due aspetti: la dimensione del dialogo della carità
e quello teologico, che è proprio della Commissione mista. Il dialogo della carità
si è svolto con grande profitto e ha creato le condizioni per progredire anche nel
dialogo della verità, nel dialogo teologico. Attualmente, in questo dialogo della
carità partecipano molte Chiese locali. Noi leggiamo dalla stampa iniziative che promuovono
contatti tra diocesi cattoliche e diocesi ortodosse, fra facoltà teologiche cattoliche
e ortodosse. Di recente, nel mese di settembre, si è tenuto a Tinos un incontro tra
l’Istituto di spiritualità francescana della Pontificia Università’Antonianum’ e la
Facoltà teologica dell’Università Aristotele di Salonicco. La ricerca inoltre che
si fa negli istituti teologici specifici e l’insegnamento che avviene nelle facoltà
teologiche cattoliche e ortodosse possono dare un grande contributo per l’approfondimento
delle relazioni. Quindi, ci sono delle relazioni di fraternità tra le Chiese, come
espresso in modo generale, comprendendo anche i protestanti a Sibiu, nella terza Assemblea
ecumenica europea, ed in altre iniziative di questo tipo che riguardano i rapporti
di fraternità e di aiuto. E all’interno del Pontificio Consiglio per la promozione
dell’unità dei cristiani noi abbiamo un comitato cattolico di collaborazione culturale
con le Chiese ortodosse, che offre borse di studio ad ortodossi per la specializzazione
in facoltà teologiche cattoliche. Anche questo è un aspetto, uno strumento per una
migliore comprensione.
D. – Mons. Fortino, una maggiore armonia tra cattolici
e ortodossi può favorire il dialogo anche con le Chiese protestanti?
R. – Quando
è stato dichiarato aperto il dialogo teologico cattolico-ortodosso nel 1979, quando
Papa Giovanni Paolo II ha fatto visita al Patriarcato ecumenico, ed è stata resa nota
la Commissione mista, i nomi della Commissione mista cattolico-ortodossa, è stato
detto che si sperava che questo dialogo potesse aiutare anche gli altri dialoghi aperti
nel mondo fra la Chiesa cattolica ed altre Chiese e comunità ecclesiali, e fra altre
Chiese tra di loro in cui non era impegnata la Chiesa cattolica. Io credo che la ragione
sia progredire nella visione di un modello di unità fra cattolici e ortodossi che
rispetti l’unità nella fede, nei sacramenti e nella organizzazione gerarchica. Questo
contribuirà ed influirà almeno sulle esigenze presenti in tutti gli altri dialoghi