2007-10-04 15:29:56

Nessun partito ha il diritto di parlare in nome della Chiesa: così i vescovi polacchi in vista delle elezioni del 21 ottobre in Polonia


“Rettitudine morale, competenza comprovata nell’ambito della vita politica e civile, testimonianza di vita”. Sono questi alcuni dei parametri indicati dai vescovi polacchi ai fedeli in vista delle elezioni politiche previste in Polonia il prossimo 21 ottobre. Contano anche – aggiungono - “una personalità forte, il rispetto per gli altri, l’atteggiamento di dialogo e l’amore per il proprio Paese”. “Nessun partito – sottolineano poi i presuli - ha diritto di parlare in nome della Chiesa o richiamarsi al suo appoggio”. La Chiesa non è dunque rappresentata da alcun partito ma “i programmi di alcuni gruppi politici – scrivono i vescovi - sono più vicini alla visione cristiana dell’uomo e della società”. I programmi di altri schieramenti – si legge inoltre nel messaggio ripreso dall'Agenzia SIR – sono invece distanti dal magistero o addirittura ad esso contrari. Ricordando ai cittadini il dovere di partecipare alla consultazione, i vescovi quindi osservano: “quest’obbligo naturale è ulteriormente rinforzato dai vincoli di fede” e per questo il credente è chiamato “a partecipare più attivamente degli altri alla vita sociale e quindi anche alle elezioni” votando “conformemente con le proprie convinzioni morali”. Il credente, spiegano i vescovi polacchi, dovrebbe accordare la propria preferenza “a coloro il cui atteggiamento e idee sente vicini, o quanto meno non contrari, ai valori ai principi morali del cattolicesimo”. I presuli ricordano, infine, la necessità di costruire la vita sociale e politica sui valori immutabili che scaturiscono dalla verità sull’essere umano, quali “la famiglia basata sul matrimonio” e la difesa della vita “dal momento del concepimento alla morte”. Al politico viene chiesto, soprattutto di “considerare il potere come servizio”. (A.L.)







All the contents on this site are copyrighted ©.