La beatificazione, a Roma il 28 ottobre, di 498 martiri del XX secolo in Spagna è
un’opportunità per rinnovare la fede: così i vescovi iberici in un messaggio ai fedeli
“La beatificazione che ci prepariamo a celebrare è un tempo di grazia per la Chiesa.
Vi invitiamo a prepararvi bene per questa festa e a prendervi parte perché sia per
tutti un nuovo stimolo per il rinnovamento della vita cristiana”. Si rivolgono ai
fedeli con queste parole i vescovi spagnoli nel “Messaggio in occasione della beatificazione
dei 498 martiri del XX secolo in Spagna”. La cerimonia si svolgerà a Roma il 28 ottobre
e sarà preceduta da un Atto accademico in programma il 5 ottobre all’Istituto Patristico
Augustinianum. Interverranno il prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di
Sant’Egidio e autore del libro “Il secolo dei martiri”, mons. Vicente Cárcel Ortí,
studioso di Storia della Chiesa in Spagna e il padre gesuita Juan Antonio Martínez
Camino, segretario generale della Conferenza episcopale spagnola, che presenterà il
libro “Chi sono e da dove vengono. 498 martiri del secolo XX in Spagna” curato da
Encarnación González Rodríguez, direttrice dell’ufficio per le Cause dei santi della
Conferenza episcopale spagnola. Sulla necessità di un rinnovamento della vita cristiana
i vescovi, nel loro messaggio, aggiungono che di esso c’è bisogno, “in modo speciale,
in questo momento - tempo nel quale si sta diffondendo una mentalità laicista - in
cui la riconciliazione, nella nostra società, sembra minacciata”. “I martiri che sono
morti perdonando – scrivono i presuli – sono il miglior incoraggiamento affinché tutti
incrementiamo lo spirito di riconciliazione”. L’augurio della Conferenza episcopale
è che attraverso “la testimonianza e l’intercessione dei martiri si rinvigorisca la
nostra speranza e si infiammi la nostra carità”. “Mossi dalla speranza della vita
eterna – aggiungono i vescovi – i martiri hanno saputo anteporre alla loro vita l’amore
e l’obbedienza alla legge evangelica, la legge nuova dell’amore più grande promotrice
della dignità e libertà di ogni persona. I martiri sono testimoni supremi della Verità
che ci rende liberi”. Per l’episcopato la beatificazione dei 498 martiri “contribuirà
a che non si dimentichi il grande segno di speranza’” offerto dalla loro testimonianza.
“Questi martiri hanno dato la loro vita, in diversi luoghi della Spagna, nel 1934,
1936 e 1937 – spiegano i presuli – sono i vescovi di Cuenca e di Ciudad Real, diversi
sacerdoti secolari, numerosi religiosi agostiniani, domenicani e domenicane, salesiani,
fratelli delle scuole cristiane, maristi, vari gruppi di carmelitani, francescani
e francescane, adoratrici, trinitari e trinitarie, marianisti, missionari dei Sacri
Cuori, missionarie figlie del Cuore di Maria, seminaristi e laici, giovani, sposati”.
Uomini e donne di fede e di preghiera, particolarmente devoti all’Eucaristia e alla
Santissima Vergine; coraggiosi apostoli quando hanno confessato di essere credenti;
disponibili nel confortare e sostenere i loro compagni di prigione. Forti quando hanno
subito maltrattamenti e torture, hanno perdonato i loro carnefici e hanno pregato
per loro; nell’ora del sacrificio, hanno mostrato serenità e profonda pace, hanno
lodato Dio e proclamato Cristo come l’unico Signore. (T.C.)