Sri Lanka: oltre 10 mila persone ai funerali del sacerdote ucciso mercoledì da
un ordigno
Oltre 10 mila persone hanno partecipato sabato scorso, presso la Cattedrale di San
Sebastiano a Mannar, nell’omonima provincia settentrionale dello Sri Lanka, ai funerali
di padre Nicholas Pillai Packiya Ranjith, il sacerdote diocesano morto mercoledì per
l’esplosione di una mina controllata a distanza, mentre con un’auto stava portando
alimenti e aiuti al campo profughi e all’orfanotrofio di Vidathaltheevu. Nell’attentato
- riferisce l'agenzia del Pime, AsiaNews - è stato ferito gravemente anche l’autista
del veicolo. Nessuno ha rivendicato l’attentato, mentre fonti dell’esercito e dei
separatisti Tamil si scambiano accuse di responsabilità. Padre Packiya Ranjith, nativo
di Jaffna, 40 anni, sacerdote da 10, era coordinatore per il distretto di Mannar del
Servizio dei Gesuiti per i rifugiati (JRF). Alla funzione, presieduta da mons. Joseph
Rayappu, vescovo di Mannar, hanno preso parte il vescovo di Anuradhapura, mons. Norbert
Marshall Andradi, il provinciale dei Gesuiti in Sri Lanka, padre Maria Antony, insieme
ad altre autorità religiose e civili, a 120 sacerdoti e 100 religiose. Presenti anche
rappresentanti delle agenzie internazionali di aiuto umanitario. Dalla Cattedrale,
si è poi mossa la più grande processione mai vista a Mannar, con oltre 100 auto e
200 carri che hanno accompagnato il feretro al cimitero. In segno di rispetto, tutti
i negozi di Mannar sono rimasti chiusi. Mons Rayappu ha condannato con forza il brutale
attacco, ricordando che “abbastanza sangue è già stato versato in questa piccola isola.
Questo sangue chiede la pace e non la vendetta. Per questo – ha esortato il presule
– chiediamo alla comunità internazionale e a tutte le persone di buona volontà di
condannare questo omicidio e di condannare con forza e davvero la guerra senza senso
che prosegue. Preghiamo chi combatte di far finire questa guerra spietata che prosegue
da oltre un quarto di secolo”. (R.M.)